Alimenti alcalinizzanti: quali sono e a cosa servono

Alimenti alcalinizzanti: quali sono e a cosa servono

La NORDIC WALKING PASSION dopo innumerevoli corsi Medici e di Alimentazione Consiglia di seguire le indicazioni sotto riportate.

Gli alimenti alcalinizzanti sono soprattutto frutta e verdura e alcuni condimenti, che servono a mantenere il ph in equilibrio fra acido e basico, evitando di incorrere in alcune patologie

Gli alimenti alcalinizzanti servirebbero a mantenere il nostro organismo in uno stato di equilibrio. Il tutto si basa sulla concezione, secondo la quale la maggior parte delle malattie sia causata dall’alterazione del nostro ph, che tenderebbe in direzione dell’acidità. Questa condizione si verrebbe a verificare in seguito all’assunzione di cibi dall’azione particolarmente acidificante. Sarebbe quindi uno squilibrio della dieta alla base di varie patologie. Lo squilibrio deve essere compensato attraverso l’assunzione di particolari prodotti alimentari. Vediamo nello specifico di che cosa si tratta.

Quali sono

Gli alimenti da scegliere sono quelli che sono ricchi soprattutto di alcunisali minerali, come il magnesio, il potassio, il calcio e il sodio. In questo senso è particolarmente indicata l’uva, che trova particolare applicazione nell’ambito di diete disintossicanti. Alcuni cibi sembrerebbero apparentemente acidi, ma in realtà non è così. E’ il caso, per esempio, del limone, che, a differenza di quanto possa sembrare, è uno dei più efficaci alimenti alcalinizzanti e viene consigliato per prevenire i calcoli renali.

In generale molti vegetali sono alcalinizzanti.

Per questo andrebbe promosso il consumo di frutta e verdura e in particolare quello di ortaggi come gli spinaci, la lattuga, i cavolfiori, le carote, il sedano, i cetrioli e i ravanelli. I cereali in generale non rientrerebbero in questa categoria, tranne alcuni: il miglio, l’amaranto e la quinoa. Ci sono poi alcuni condimenti che vengono utilizzati nella preparazione dei cibi. Si tratta di salvia, rosmarino, peperoncino, zenzero, curry e semi di cumino.

A cosa servono

Secondo la teoria che sta alla base della promozione della dieta alcalinizzante, il funzionamento dell’organismo è basato su un rapporto acido-basico. Se l’ambiente in cui vivono le cellule del corpo diventa molto acido, il ph si altera e si incorre in fenomeni che in generale vengono chiamati malattie da degenerazione cellulare. Si tratta soprattutto di patologie cardiovascolari e di disturbi infiammatori cronici, che possono essere più o meno gravi.

La dieta consigliata, secondo i fautori di questa teoria, è quella che vuole fare in modo che si raggiunga un equilibrio fra acidità e basicità. Non si tratta di eliminare gli alimenti acidificanti, ma di raggiungere una situazione di compensazione, visto che i cibi alcalinizzanti eviterebbero che nel nostro organismo si formino eccessivamente gli acidi. L’alimentazione è in sostanza fondamentale per garantire il nostro benessere.

a proposito di cibi e bevande acide : Questo veleno

distrugge le ossa, ma ognuno lo beve ogni giorno!

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Tutti sappiamo che bere Coca Cola in grandi quantità può avere un impatto disastroso sul nostro fisico, ma il perchè nessuno lo sa. Eccolo cosa succede quando beviamo una lattina di questa bevanda……

Cominciamo col dire che il nostro corpo non sa metabolizzare certi zuccheri contenuti nelle bevande zuccherine (non solo nella Coca cola, ma anche nella Fanta, nella Sprite e altre bevande gassate ricche di zuccheri…). Questi non vengono utilizzati come energia, ma vanno ad accumularsi nell’organismo sotto forma di grassi, quelli formati dal fegato dopo la strizzata di insulina del pancreas. Sembra, tra l’altro, che nelle donne aumenti il rischio di cellulite. Negli uomini promuove una modificazione della struttura androide in ginoide (pancetta, aumento delle “maniglie dell’amore”, laterale delle cosce arrotondato).

La Coca cola è una bevanda a ph acido

Questo significa che, non solo che la Coca cola non fa digerire come molti credono, ma va ad interferire con il lavoro della bile (che è alcalina), che serve per alcalinizzare gli alimenti prima dell’assorbimento intestinale. La Coca cola crea un ambiente acido (più se ne beve, più aumenta l’acidità) in opposizione alla basicità necessaria del nostro sangue e del nostro organismo. Un’acidosi continuata crea le condizioni ideali per una condizione di infiammazione minima persistente dell’organismo, e si sa che un’infiammazione cronica è in grado di provocare slatentizzazioni che sfociano nelle malattie più disparate, da sindromi degenerative a problemi cardiovascolari e tumorali.

Cosa succede subito dopo aver bevuto un bicchiere di Coca cola?

  • Nei primi 10 minuti una quantità pari a 10 cucchiaini di zucchero colpisce le pareti del nostro stomaco. Questa quantità è pari o superiore alla dose giornaliera di zuccheri raccomandati. L’unico motivo per cui non vomitiamo è per la quantità di acido fosforico che “taglia” e affievolisce il sapore eccessivamente dolce.
  • Entro i primi 20 minuti la quantità di zucchero va a stimolare l’incremento di insulina con conseguente formazione di grasso endogeno da parte del fegato.
  • Entro i primi 40 minuti la caffeina viene assorbita, con tutti gli effetti di dipendenza da adrenergici (una strizzata alle ghiandole surrenali), le pupille si dilatano, la pressione del sangue aumenta e aumentano gli zuccheri nel sangue.
  • Entro i primi 45 minuti aumenta la produzione di dopamina, ormone del piacere, con un effetto simile agli effetti di eroina e cocaina.
  • Entro i primi 60 minuti si ha un crollo degli zuccheri in circolo: si attiva il senso di fame e si può andare in ipotensione da carenza di zuccheri nel sangue. Le dosi di zucchero e caffeina ritenute pericolose, sono pari ad una quantità che varia dai 2 litri ai 10 litri al giornoPurtroppo ha la stessa pericolosità che hanno le sigarette. Secondo gli ultimi studi riportati sul Journal of public health, chi beve Coca Cola continuamente, ha telomeri, (sono piccole porzioni di Dna che si trovano alla fine di ogni cromosoma), più brevi nei globuli bianchi; Ciò vuol dire che si è esposti a maggiori rischi per quanto riguarda le malattie cardiovascolari e i tumori, oltre che il diabete. I ricercatori, hanno dichiarato che bere una bibita gassata al giorno corrisponde ad avere un invecchiamento precoce biologico di 4 anni e mezzo, ossia come per chi fuma.Comunque se siete ancora scettici, gli studiosi hanno anche portato a riprova dei loro studi i seguenti esempi:
  • -La bevanda viene usata negli Stati Uniti, quando avviene un incidente, infatti versata sulla strada, fa scomparire  tutte le tracce di sangue.
  • Il  nemico comunque non è la Coca Cola, ma la combinazione di dose eccessive di zucchero unite alla caffeina e all’acido fosforico…combinazione che è bene sapere, la si trova nella maggior parte delle bibite gassate.

-Se si versa una lattina della bevanda in un water incrostato e si lascia agire per un’ ora, basta poi tirare l’acqua e si avrà un water splendente

-Se ponete un osso in un bicchiere contenente la bevanda, dopo 2 giorni l’osso sarà completamente dissolto

-Se volete togliere le macchie dalle vostre stoviglie, basta versare sopra di esse un pò della bevanda e l’acido citrico contenuto agirà rendendole pulite

-Se dovete svitare una vite corrosa dalla ruggine, basta applicare su di essa uno straccio imbevuto della bibita, lasciare agire qualche minuto e il gioco è fatto

-Se avete abiti sporchi di grasso che non riuscite a pulire, basta che unite al vostro abituale detersivo una lattina della bevanda e il grasso si scioglierà immediatamente

-Se il vostro parabrezza è veramente sporco basta pulirlo con uno straccio imbevuto della bibita

La Coca Cola light, è una bomba a scoppia ritardato per colpa del connubio Coca Cola + Aspartame

Mai poi mai lavarsi i denti dopo aver bevuto Coca Cola, perchè toglie tutto lo smalto.

 

Cerchiamo sempre di essere attenti e aggiornati sulle ultime novità in campo Sportivo e Medico, per questo ti consigliamo di mantenerti informato su www.nordicwalkingpassion.it – Maestro SINW / Maestro FIDAL = Giulio Piccinini 339 5652848

A passeggio coi bastoncini, terapia dopo il cancro

A passeggio coi bastoncini, terapia dopo il cancro

La NORDIC WALKING PASSION asd  sempre attenta e aggiornata sulle ultime novità in campo  Medico e Sportivo, consiglia di leggere l’articolo sotto riportato.

La Lilt promuove il “Nordic Walking”. Coser: «Aiuta a riprendersi il corpo»

La LILT di Bolzano – da sempre attiva verso le terapie riabilitative dei pazienti oncologici – lancia una campagna per far conoscere i benefici che la camminata nordica ha sulle pazienti che, dopo le cure chemioterapiche e radiologiche, cercano di riprendere possesso del proprio corpo e della propria salute.

«In quest’ottica – ha sottolineato il presidente Paolo Coser, primario emerito di Ematologia del San Mauricio – il Nordic Walking va inteso sia come un’attività di riabilitazione psico-fisica sia come educazione verso il vivere sano». Per questo verranno organizzati dei corsi dedicati esclusivamente alle pazienti. All’incontro hanno preso parte alcuni istruttori della Scuola Italiana Nordic Walking cui fa capo l’Associazione Nordic Walking Alto Adige (i maestri bolzanini Carlo Benvenuti, Dora Spoto, Letizia Flaim e Emanuela Martini)) che hanno illustrato i punti cardine di quello che è uno sport completo a tutti gli effetti, poiché grazie all’uso dei bastoncini – che hanno la funzione di dare la spinta – si mette in moto anche la parte superiore del corpo. Praticare questo sport porta giovamento soprattutto alla postura e al sistema cardio-vascolare oltre che al buon umore visto che durante l’attività vengono liberati degli ormoni – come l’endorfina e la serotonina – in grado di contrastare l’ansia e la depressione.

La scelta della Lilt di diffondere e far conoscere il Nordic Walking è legata anche al benessere interiore che questo sport crea. Camminare all’aria aperta, con il sole e in compagnia di altre persone, fa bene al corpo ma soprattutto all’umore di chi sta affrontando la riabilitazione oncologica.

A testimoniare l’importanza che il Nordic Walking può avere nella lotta contro i tumori e soprattutto nel periodo successivo alle invadentissime terapie oncologiche, alla conferenza è intervenuta anche Maria Grazia Pastore, che ha vissuto quest’esperienza sulla propria pelle. Sette anni fa, dopo l’asportazione di un tumore al seno ha ritrovato la gioia di vivere grazie al Nordic Walking per questo, attraverso il libro e la testimonianza diretta, vuole condividere la sua storia con chi combatte e lotta contro il cancro.

Dopo le terapie, quando i medici comunicano la guarigione e tutto sembra essere passato, bisogna fare i conti con un corpo che richiede cura e attenzione. «Avevo difficoltà nell’articolazione della spalla, come per tutte le donne che hanno subito l’asportazione di un carcinoma al seno, e il non poter fare i gesti più semplici mi demoralizzava; ho provato a fare nuoto, sotto il consiglio di un medico, ma non riuscivo a tenermi a galla e questo mi mandava ancora più giù. Sono andata in montagna a cercare di rigenerarmi e lì per caso ho provato una lezione di Nordic Walking: il braccio oscillava e la spalla, che prima non muovevo, piano piano ha ripreso a funzionare. Tutto questo mi ha fatta rinascere: ho continuato le lezioni, le camminate, sono diventata anche maestra di Nordic Walking, perché ogni passo è un sorriso che allunga la vita”.       di Antonella Russo

Mantieniti informata su www.nordicwalkingpassion.it – Maestro SINW – FIDAL = Giulio Piccinini 339 5652848 Istruttore Nazionale di Camminata Sportiva.

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L'attività sportiva 'abbatte' il rischio per 13 tipi di tumore

L'attività sportiva 'abbatte' il rischio per 13 tipi di tumore

La NORDIC WALKING PASSION dopo innumerevoli corsi specialistici in campo  Medico e di Alimentazione Consiglia di seguire le indicazioni sotto riportate, riportando l’ultimo studio della National Cancer Institute Usa.

È la tesi finale di uno studio del National Cancer Institute Usa che ha preso in esame dati di 1,4 milioni di persone tra Europa e Stati Uniti: chi fa esercizio fisico ha il 7% di probabilità in meno di ammalarsi, ma in un quarto delle neoplasie il rischio crolla di oltre il 20% fino al -42% dell’adenocarcinoma all’esofago. L’eccezione della prostata (+5%)

LO SPORT e l’attività fisica in generale proteggono dalla comparsa dei tumori e le ore trascorse in palestra potrebbero rappresentare un importante scudo anti-cancro. Lo suggerisce uno studio del National Cancer Institute statunitense appena pubblicato su JAMA Internal Medicine. Lo studio. La ricerca ha esaminato i dati relativi a 1,4 milioni di persone, che avevano preso parte a 12 studi europei e americani dal 1987 al 2004, mettendo in correlazione il grado di attività fisica da loro riferito con l’incidenza di 26 tipi diversi di tumore. Nel corso di un follow up medio di 11 anni sono emersi 186.932 casi di cancro e dal confronto tra chi riferiva un maggior impegno sul fronte dell’attività fisica e i sedentari è emerso che i più attivi presentavano un’incidenza più bassa di 13 tipi di tumore, sui 26 presi in considerazione. In particolare, i più sportivi presentavano una minor incidenza di adenocarcinoma dell’esofago (- 42%), di tumore del fegato (-27%), delpolmone (-26%), del rene (-23%), dello stomaco a livello del cardias (-22%), dell’endometrio (-21%), della leucemia mieloide (-20%), di mieloma (-17%), ditumore del colon (-16%), di tumori della testa collo (-15%), di tumore del retto (-13%), della vescica (-13%) e della mammella (-10%). L’effetto protettivo dell’attività sportiva contro il tumore rimane evidente anche dopo aver considerato la dieta e l’eventuale status di fumatore dei partecipanti. Addirittura, nel caso dei tumori di polmone ed endometrio, l’attività fisica è risultata ancor più protettiva nei soggetti in sovrappeso e obesi. Complessivamente, concludono gli autori, chi fa sport ha il 7% di rischio in meno di ammalarsi di tumore, ma in un quarto dei tumori considerati la riduzione del rischio supera il 20%. Leggi: Tutto lo sport che ci protegge dalla malattia Le eccezioni. Solo per due neoplasie l’attività fisica ha dimostrato di avere un effetto ‘negativo’, quello della prostata (+5%) e soprattutto nel melanoma maligno (+27%). Almeno in quest’ultimo caso però la colpa è facilmente attribuibile non all’attività sportiva, ma ai raggi del sole visto che il dato è riferibile solo agli stati statunitensi più soleggiati, quelli cioè con i più elevati livelli di radiazione ultravioletta. In questo caso il consiglio è quello di ricordare sempre di proteggersi con adeguati filtri solari durante le attività sportive all’aria aperta. I limiti. Lo studio presenta sicuramente dei limiti, come il fatto che tutte le informazioni su attività fisica, dieta e fumo sono state auto-riferite dai partecipanti e questo che espone ad un certo margine di errore. Tuttavia, vista la grande mole di dati esaminati e la chiara evidenza di un effetto protettivo, gli autori sostengono che i risultati di questo studio spezzano senz’altro una lancia a favore dell’attività fisica come importante mezzo di prevenzione oncologica. “Siamo di fronte a uno studio importante, su numeri molto grandi – commenta Pierfranco Conte, professore di oncologia dell’Università di Padova e direttore dell’Oncologia medica 2 dell’Istituto Oncologico Veneto – che conferma le evidenze che si stanno accumulando da alcuni anni e cioè che un sano stile di vita (dieta sana, attività fisica, non fumare) sono dei fattori determinanti per quanto riguarda la protezione dal rischio di ammalarsi di tumore”. I meccanismi nebulosi. Non è chiaro attraverso quali meccanismi l’attività fisica eserciti il suo effetto protettivo nei confronti del tumore e questo rappresenta un interessante filone di ricerca, non solo per legittimare ulteriormente la raccomandazione di muoversi in tutti i modi possibile e praticare sport in maniera costante, ma anche per individuare possibili nuovi bersagli molecolari di trattamento. “Comprendere questi meccanismi – riflette Conte – potrebbe aiutarci a mettere in atto delle procedure di intervento preventivo ancora più mirate. Tra le ipotesi di questo beneficio c’è che chi fa attività fisica, normalmente è anche più attento alla dieta e al peso. È noto inoltre che l’attività fisica influenza il sistema endocrino, quindi la produzione di ormoni e lo stato di attivazione del sistema immunitario.” La dose giusta. Resta, infine, ancora da definire con precisione la ‘dosè e le modalità più protettive dello sport anti-tumore. Le attuali linee guida sull’attività fisica riguardano soprattutto aspetti di prevenzione cardiovascolare, ma per contrastare il tumore potrebbe essere necessario alzare un po’ il tiro e muoversi dunque di più, iniziando a fare sport il più precocemente possibile nel corso della vita. Bisogna iniziare da giovani. “Sono soprattutto medici di medicina generale e pediatri di famiglia – sostiene Conte – a poter veicolare questo importante messaggio educazionale in grado di raggiungere tutta la popolazione: dieta e attività fisica fanno bene non solo per prevenire le malattie di cuore e il diabete, ma anche i tumori. Un messaggio che andrebbe insegnato anche nel corso di laurea di medicina. Va sottolineato che diminuire del 20% l’incidenza di tumore equivale all’effetto terapeutico di molte terapie oncologiche usate in senso preventivo o come terapia adiuvante. Significa che lo stile di vita, in termini di riduzione del rischio di tumore, può avere lo stesso impatto delle terapie oggi disponibili; si tratta dunque di uno strumento assolutamente importante. Addirittura alcuni dati iniziali suggeriscono che anche le donne con la mutazione BRCA 1 e 2, ad altissimo rischio dunque di tumore dell’ovaio e della mammella, possono trarre  benefici, in termini della riduzione di questo rischio, da un sano stile di vita, che comprenda l’attività fisica”. La mancanza di movimento. Secondo stime del World Cancer Research Fund, il 20-25% dei casi di tumore sarebbe attribuibile a un bilancio energetico ‘troppo’ positivo: in pratica al troppo mangiare e alla sedentarietà. “Ci sono numerose evidenze scientifiche che dimostrano come il movimento sia un efficace strumento di prevenzione oncologica”, spiega Paolo Marchetti, direttore del Dipartimento di oncologia medica presso l’Ospedale Sant’Andrea di Roma. “Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, una percentuale che varia dal 9 al 19% di tutti i tumori è attribuibile proprio alla mancanza di movimento”.   I numeri del tumore e lo sport giusto. In Italia si contano ogni anno circa 363.000 nuovi casi di tumore e 177.000 decessi correlati a tumori. Nonostante i tanti progressi delle terapie, la prevenzione, come quella che si ottiene attraverso uno stile di vita adeguato, resta una strategia irrinunciabile e permette di evitare un significativo numero di tumori. Il mantra della prevenzione efficace e low-cost è dunque: dieta sana, vaccinazioni preventive, smettere di fumare, proteggere la pelle dai raggi del sole. E fare tanto sport.  Ma quali sono le attività fisiche più benefiche? Gli esperti concordano sul fatto che, per avere un effetto preventivo, siano soprattutto le attività aerobiche a dare maggiori benefici perché aumentano la frequenza cardiaca. Via libera dunque a passeggiate, escursioni in montagna, percorsi in bicicletta, nuoto e corsi in palestra. Quante volte esercitarsi? “Per ridurre l’insorgenza dei tumori – precisa Marchetti – l’Oms raccomanda 30-60 minuti di attività moderata-intensa almeno 5 volte a settimana”. Anche se molto, naturalmente, dipende dal livello di forma fisica e di allenamento individuale.

Cerchiamo sempre di essere attenti e aggiornati sulle ultime novità in campo Sportivo e Medico, per questo ti consigliamo di mantenerti informato su www.nordicwalkingpassion.it – Maestro SINW – Maestro FIDAL – Istruttore Nazionale di Camminata Sportiva= Giulio Piccinini 339 5652848

COLESTEROLO e TRIGLICERIDI teniamoli sotto controllo

COLESTEROLO e TRIGLICERIDI teniamoli sotto controllo

Colesterolo: quali la dieta e gli alimenti consigliati per tenerlo sotto controllo?

E’ da considerare che i valori ottimali previsti sono quelli che non superano i 200 mg/dl. Tuttavia, se non si va oltre i 240 mg/dl, la situazione potrebbe essere ancora tollerabile. Al di là di questo limite si vanno innescare meccanismi patologici, che riguardano soprattutto i rischi che si corrono per quanto riguarda l’apparato cardiovascolare. Ecco perché è importante stare attenti a cosa si mangia: i grassi nel sangue aumentano proprio in base a ciò che decidiamo di far rientrare nella nostra alimentazione. Si dovrebbe fare in modo che non aumentino i valori del colesterolo LDL, quello “cattivo” (spesso associato ai trigliceridi), che, a differenza di quelloHDL o “buono”, può veramente mettere in pericolo la nostra salute.

La dieta

La dieta contro il colesterolo può essere corretta, se si limita il consumo di zuccheri semplici, di grassi saturi, evitando prodotti industriali, cereali raffinati, le bevande zuccherate e i cibi da fast food. Allo stesso modo non si deve eccedere nel consumare la carne, gli insaccati e i formaggistagionati. Come condimento principale si dovrebbe utilizzare esclusivamente l’olio extravergine d’oliva. Una strategia importante sarebbe quella di affidarsi ai prodotti biologici che, tra i tanti vantaggi che presentano, hanno anche quello di badare al controllo del colesterolo. Proprio gli alimenti biologici, infatti, non presentano grassi idrogenati e in genere hanno un contenuto elevato di omega 3.

Gli alimenti

Possono essere consigliati alcuni alimenti contro il colesterolo alto

In particolare, fra questi, vanno ricordati i cereali integrali, perché essi contengono molte sostanze che agiscono proprio contro i grassi nel sangue. Il cereale per eccellenza da questo punto di vista è l’avena, ma importanti benefici sono anche quelli apportati dall’orzo, dal grano saraceno, dalla quinoa e dall’amaranto. I cereali, i legumi e gli olii di semi sono ideali per far abbassare il colesterolo. Importante è rivolgersi anche al consumo di frutta secca, specialmente delle noci, che sono consigliate per il loro contenuto di grassi omega 3, in grado di prevenire le patologie cardiovascolari.

Fra la frutta e la verdura bisognerebbe mangiare soprattutto quelle che apportano fibre solubili, come le mele, le pere, il ribes, le banane e ilmirtillo, che è un vero toccasana per tenere sotto controllo il colesterolo. Da non dimenticare il pesce, soprattutto quello azzurro, anch’esso ricco di omega 3. Da prendere in considerazione tutti quegli alimenti vegetali ricchi di fitosteroli, come i germi di grano, i semi, soprattutto quelli di sesamo. Ci sono alcuni miti da sfatare, sempre riguardo ai cibi anticolesterolo. In particolare è falso ritenere che il latte intero abbia un elevato contenuto di colesterolo, perché un bicchiere ne contiene all’incirca 10 mg, che è una quantità molto ridotta rispetto a quella che, per esempio, si può trovare nella carne.

Come abbassare i trigliceridi con i rimedi naturali e cosa mangiare

Alcune erbe e alcuni rimedi naturali possono essere importanti per ridurre il livello dei trigliceridi nel sangue. Fra questi il prugnolo è una pianta molto utile, perché agisce anche sul livello di colesterolo totale. Basta assumerne le gemme alla 1 DH: 50-100 gocce una volta al giorno. Anche le gemme di rosmarino sono importanti per contrastare l’eccesso di grassi. Hanno il pregio di riattivare il fegato, le vie biliari e di accelerare il metabolismo. Si può utilizzare il macerato glicerico, da assumere una volta al giorno prima di pranzo.

Fondamentale anche l’azione svolta dal gemmoderivato di olivo, che si ottiene attraverso la macerazione delle gemme in una soluzione idroalcolica. Questa sostanza agisce sul metabolismo lipidico, se se ne assumo circa 50 gocce due volte al giorno 15 minuti prima dei pasti principali.

Contro i trigliceridi alti sono utili tutte quelle erbe amare ricche difitosteroli, che aiutano a riequilibrare la secrezione del colesterolo e sono dei componenti essenziali delle membrane cellulari dei vegetali. Questi principi attivi riescono a trattenere i grassi nell’intestino, impedendo che vengano assorbiti; poi ne favoriscono l’espulsione attraverso le feci.

Tra le piante più ricche di fitosteroli ci sono l’iperico e l’ortica. I principi attivi di queste erbe possono essere assunti in forma liquida o in compresse. Quando l’eccesso di trigliceridi si accompagna ad una situazione di stanchezza, si rivela utile la withania. In particolare, invece, l’iperico può essere importante quando i trigliceridi alti sono associati a situazioni di stress e tensioni. L’ortica è utile nel caso in cui l’aumento dei grassi nel sangue vada di pari passo con i disturbi circolatori e con la ritenzione idrica.

Si possono trarre benefici anche dal cardo mariano.

Si utilizzano i semi, che vengono versati in una tazza d’acqua. Si cuoce il tutto fino all’ebollizione e il liquido viene lasciato in infusione per circa 10 minuti. Poi si filtra e si beve due volte al giorno a digiuno. Un altro rimedio è costituito dal carciofo, che contiene acidi fenolici e flavonoidi, che svolgono un’attività ipocolesterolemizzante. Basta utilizzarne un cucchiaino di foglie essiccate insieme a mezzo litro di acqua bollente, per ottenere un infuso da bere 3-4 volte al giorno.

Anche il tarassaco, dalle molte proprietà e dai tanti benefici, aiuta a depurare il fegato e andrebbe assunto sotto forma di infuso: un cucchiaio di piante essiccate in 200 ml di acqua, da bollire per 5 minuti. Si lascia in infusione per un quarto d’ora e se ne consumano 2 o 3 tazze al giorno, specialmente prima dei pasti.

Come abbassare i trigliceridi con l’alimentazione

Per abbassare velocemente i trigliceridi è importante curare l’alimentazione, portando avanti una dieta sana ed equilibrata. Per questo è fondamentale evitare gli alimenti ad alto contenuto di grassi, come la margarina, lo strutto, il burro, il latte intero, i formaggi stagionati, la carne e i salumi. Bisognerebbe abolire il consumo di alcolici, perché l’alcool è ricco di zuccheri e calorie, e limitare il consumo di zucchero bianco, che andrebbe sostituito con i dolcificanti naturali.

E’ meglio non consumare i cereali raffinati, ma quelli integrali, che sono ricchi di fibre e quindi benefici per il nostro organismo. Potrebbe essere una scelta giusta il consumo dei cibi che contengono elevati livelli di acidi grassi omega 3. Questi ultimi, infatti, secondo ciò che hanno dimostrato alcune ricerche scientifiche, sarebbero in grado di ridurre in modo significativo i livelli dei trigliceridi nel sangue. Abbondano di omega 3alcuni pesci, come il merluzzo, il salmone, il tonno e le aringhe. Gli omega 3 si trovano anche nell’olio di pesce.

Un’altra strategia importante consiste nell’incrementare il consumo difruttaverdura e legumi, che sono in grado di regolarizzare l’attività dell’intestino. In particolare bisogna scegliere quei vegetali ricchi divitamina C, come gli agrumi e le verdure a foglia verde, perché questa vitamina, avendo una forte azione antiossidante, contrasta la formazione dei grassi.

Tutti i cibi magri aiutano a combattere i trigliceridi e non bisogna mai dimenticare di non esagerare nelle porzioni e di mangiare poco e spesso, piuttosto che abbuffarsi durante i pasti principali.

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ZENZERO Depurante - Energizzante e...

ZENZERO Depurante - Energizzante e...

La NORDIC WALKING PASSION sempre attenta nella ricerca di ottimi Alimenti per la Salute Consiglia di leggere attentamente le proprietà dello Zenzero sotto riportate.

La tisana allo zenzero è una ricetta per realizzare una bevanda perfetta per dimagrire e depurare l’organismo. Lo zenzero è una spezia dalle mille proprietà benefiche ed essendo una “spezia calda” è in grado di stimolare il metabolismo accelerando il consumo dei grassi accumulati in eccesso. Inoltre depura l’organismo dalle scorie e le tossine.

Lo zenzero è una spezia che si ottiene dalla radice di una pianta di origine orientale. Noto in tutto il mondo per il suo potere aromatico e le sue numerose virtù, lo zenzero è un perfetto coadiuvante della perdita del peso. Lo zenzero è ricchissimo di antiossidanti, ha forti proprietà antinfiammatorie e apporta diversi benefici all’apparato digerente come favorire la digestione, lenire crampi e dolori allo stomaco, calmare la nausea e il vomito anche in gravidanza e alleviare il mald’auto. Inoltre è ricco di vitamina B6 e sali minerali fondamentali come calcio, ferro, fosforo e potassio. Ma tra le tante proprietà benefiche dello zenzero, quella più apprezzata specialmente dalle donne è quella dimagrante e depurativa. La radice dello zenzero è in grado di smorzare il senso di fame grazie alla sua azione termogenica. Viene spesso impiegato nelle diete dimagranti perchè, come accennato in precedenza, accelera il metabolismo dei grassi, favorendo l’eliminazione dei lipidi in eccesso. In ogni caso, per godere appieno delle proprietà dimagranti dello zenzero, è bene abbinare un regime alimentare corretto e unagiusta quantità di esercizio fisico quotidiano. Lo zenzero agisce più velocemente se assunto fresco o sottoforma di infuso: aggiungi lo zenzero rattugiato ai tuoi piatti per arricchirli oppure crea delle tisane tagliandolo a fettine e facendolo bollire.

Abbiamo parlato anche di altre proprietà dello zenzero. Lo zenzero è perfetto per la stagione autunnale e invernale, non solo per le sue proprietà termogeniche che riscaldano il corpo, ma anche per le sue proprietà espettoranti, antinfluenzali, antibatteriche e antibiotiche. Consumare un infuso di zenzero, vuol dire allontanare in poco tempo gli stati influenzali, la febbre alta, la tosse secca o grassa e il mal di gola. Per concludere, ad uso esterno lo zenzero lenisce i dolori articolari e muscolari, questo grazie alle sue potenti proprietà antinfiammatorie. L’olio essenziale di zenzero è perfetto per alleviare i dolori dati da un’intensa attività fisica, distorsioni, contusioni e dolori dati dall’influenza.

Ingredienti per 1 litro di tisana Calorie per porz. n.q.

1 litro di acqua minerale 20 fette di zenzero fresco sbucciato succo di 1 limone dolcificante naturale a piacere

Preparazione

  1. In un pentolino porta ad ebollizione 1 litro di acqua. 2. Aggiungi le fette di zenzero fresco, lascia bollire per qualche minuto poi spegni il fuoco. 3. Lascia riposare l’infuso per circa 10-15 minuti. 4. Filtra l’infuso versandolo in una bottiglia di vetro e aggiungi il limone. 5. Consuma la tisana 2 volte al giorno dopo i pasti principali (pranzo e cena). Dolcifica a piacere.

 L’INFUSO DI ZENZERO: BENEFICI E USO

Quali sono i benefici dell’infuso allo zenzero e quali abbinamenti si possono fare per potenziare l’effetto altamente sfiammante di questa bevanda semplice da preparare e assolutamente miracolosa

L’infuso di zenzero può agire molto bene sui casi di ulcera ed è un toccasana per il sistema nervoso, aiuta a combattere stanchezza, lo stress e i mali di stagione, essendo un vero antisettico naturale.

Promuovendo la circolazione sanguigna, l’infuso allo zenzero contribuisce a ridurre disfunzioni legate all’impotenza maschile. Il potere snellente della tisana è davvero straordinario in quanto va a modulare il metabolismo, accelerandolo.

È anche utile per calmare le coliche di orgine mestruale e le emicranie.

 L’infuso allo zenzero: i benefici

Lo zenzero è uno straordinario antinfiammatorio naturale e digestivo, avendo effetti sulle pareti dello stomaco e dell’intestino. I principi attivi della pianta si concentrano tutti nella sua radice: sostanze non volatili, come i gingeroli, resine e mucillagini.

In ayurveda viene impiegato per curare la febbre, i disturbi dell’osteoartrite, dell’influenza: è considerato anche uno stimolante del cuore e protettivo della mucosa gastrica. Grazie alle sue proprietà antibiotiche, lo zenzero ha effetti benefici su tutti gli organi interni.

L’infuso di zenzero è utile contro l’alitosi in quanto contrasta l’accumulo di tossine e la fermentazione batterica. Grazie a enzimi antiossidanti e sostanze come il gingerolo, la tisana combatte la nausea.

Come preparare l’infuso allo zenzero

Per preparare l’infuso di zenzero, basta sbucciare una radice di zenzero fresco, tagliandola in piccoli pezzetti; per due persone ne bastano 5/6 pezzetti, essendo molto forte e leggermente piccante.

Fate bollire l’acqua e lo zenzero per circa quattro minuti, spegnete la fiamma e aggiungete il succo di limone spremuto fresco, andando ad arricchire con un enorme apporto di vitamina C.

Dopo aver colato il tutto potete aggiungere un cucchiaino di miele della tipologia che più vi aggrada. In molti casi si aggiunge la cannella e a quel punto la bevanda diventa davvero riscaldante, oltre ad agire in modo netto sul metabolismo.

L’ideale è sorseggiarlo lontano dai pasti e va considerato che tra le controindicazioni vi è quella del consumo in gravidanza e durante l’assunzione di farmaci che possono dar luogo ad allergie crociate.

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Sciroppo zenzero limone e miele contro tosse e raffreddore

Sciroppo zenzero limone e miele contro tosse e raffreddore un rimedio tutto naturale contro i malanni di stagione. Uno sciroppo fatto in casa con ingredienti naturali e facilmente reperibili: zenzerolimone e miele. Mal di gola, raffreddore e tosse si possono alleviare con losciroppo zenzero limone e miele. Questi ingredienti sono di valido aiuto per combattere in modo naturale il raffreddore, la tosse e liberarsi del catarro; il miele apporta benefici al nostro apparato respiratorio e lo zenzero è un grande antinfiammatorio. Potete assumere lo sciroppo zenzero limone e miele puro per attenuare la tosse e trovare sollievo contro il raffreddore oppure diluito in acqua calda per ottenere una confortante tisana ideale la sera prima di andare a letto oppure dopo pranzo. Vi lascio le indicazione per realizzare lo sciroppo zenzero limone e miele anche con il Bimby e ringrazio la gentilissima Anna per avermelo segnalato

ATTENZIONE: consultare il medico prima di utilizzare lo zenzero in gravidanza. Evitarlo in caso di allergie o se si assumono farmaci antinfiammatori, antiaggreganti e anticoagulanti

Sciroppo zenzero limone e miele contro tosse e raffreddore con o senza Bimby

Ingredienti:

  • 3 limoni biologici
  • 20 g di zenzero fresco
  • 270 g di miele Millefiori io Mielbio Rigoni di Asiago
  • 500 ml di acqua
  • vasetti di vetro sterilizzati (cliccare QUI)

Procedimento:

  1. Lavare accuratamente i limoni e tagliarli a pezzetti
  2. Lavare lo zenzero e senza sbucciarlo tagliarlo a fettine
  3. In una pentola unire i limoni, lo zenzero, il miele e l’acqua
  4. Far cuocere a fuoco bassissimo per circa 70 minuti. Per uno sciroppo più denso occorre allungare i tempi di cottura
  5. Filtrare con un colino e versare lo sciroppo caldo nei vasetti, chiudere ermeticamente e far raffreddare
  6. Conservare i vasetti in frigo.
  7. Losciroppo zenzero limone e miele si può bere in qualsiasi momento della giornata
  8. In frigo diventerà leggermente gelatinoso, si può anche diluire qualche cucchiaino in acqua calda per una tisana

Sciroppo pronto ! Lo preferisco più denso e di conseguenza ho allungato i tempi di cottura

Per il procedimento con il Bimby:

  1. Tagliare i limoni e lo zenzero a pezzetti, metterli nel boccale e aggiungere il miele e l’acqua
  2. Programmare : 70 minuti – 80°C – velocità soft
  3. Filtrare lo sciroppo caldo con un colino, versarlo in vasetti di vetro e chiudere ermeticamente
  4. Far raffreddare e conservare in frigo

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POTASSIO / Magnesio Sintomi + carenze e cosa Mangiare

POTASSIO / Magnesio  Sintomi + carenze e cosa Mangiare

La NORDIC WALKING PASSION sempre attenta nella ricerca di ottimi Alimenti per la Salute Consiglia di leggere attentamente cosa fare nelle carenze di Potassio: 

La carenza di potassio comporta sintomi come debolezza fisica, ossa fragili, problemi al cuore e al sistema nervoso

La carenza di potassio si manifesta con dei sintomi specifici, che a volte possono arrivare ad includere anche conseguenze gravi per l’organismo. Il quadro sintomatologico iniziale è caratterizzato da debolezza fisica e fragilità delle ossa, ma si può arrivare anche ad un cattivo funzionamento di vari apparati, come il sistema neuromuscolare, i reni e il cuore. Ecco perché nel corpo umano una carenza di questo tipo non deve essere affatto trascurata ed è bene essere consapevoli su cosa mangiare, per evitare problemi di vario genere. Vediamo insieme tutti i dettagli sui pericoli che l’organismo incontra in seguito alla mancanza di un elemento così importante.

I sintomi

I sintomi della carenza di potassio comportano un senso di debolezza fisica generale e una fragilità delle ossa. Le condizioni si aggravano con il tempo, perché il potassio è un minerale che si occupa di regolare il funzionamento dei muscoli, compresi il ritmo cardiaco e la contrazione muscolare.

Inoltre interviene nella regolazione della ritenzione idrica, della diuresi e della pressione arteriosa. Da non dimenticare che il potassio è fondamentale nel processo di crescita per la sintesi delle proteine.

Ecco perché, in mancanza di questo elemento, il cuore comincia a fare fatica a pompare il sangue, il battito cardiaco rallenta, diminuisce la prontezza dei riflessi, i muscoli sono senza tono e diventa sempre più difficile concentrarsi.

I reni non funzionano bene, può subentrare una condizione di ipertensione e si può arrivare anche alla sterilità.

Negli adolescenti la carenza di potassio può portare a problemi cutanei, come l’acne. Inoltre si può arrivare all’obesità a causa della ritenzione idrica.

Cosa mangiare

Gli alimenti ricchi di potassio sono molti, per questo con un’alimentazione equilibrata si può sopperire alla mancanza di questo elemento nell’organismo, il cui fabbisogno giornaliero è compreso fra i 2.000 e i 4.000 milligrammi. Il regime alimentare dovrebbe essere incentrato sul consumo di alcuni tipi di frutta e verdura, come le banane, le patate, le pere, le albicocche, le ciliegie, i carciofi, gli spinaci.

Molto utili sono anche il riso, i cavoli, i fagioli, i porri, le nocciole e le mandorle. Bisogna ricordare che la dieta giornaliera non dovrebbe mancare nemmeno del consumo di legumi, pesce, pollo e cereali integrali.

Inoltre è meglio consumare le verdure crude o preparate attraverso dei metodi di cottura semplici: più elaborati sono i cibi, più avviene la dispersione del potassio. Ricchi di questo elemento sono anche il lievito di birra, il germe di grano e i semi di girasole. Da evitare, invece, l’eccessivo consumo di sale, di dolci di produzione industriale e di prodotti alimentari che contengono conservanti.

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MAGNESIO : I 10 alimenti più ricchi di magnesio, quali sono?

E’ importante conoscere le sostanze nutritive che assumiamo attraverso l’alimentazione, perché esse intervengono in numerosi processi all’interno del nostro organismo. In particolare il magnesio è coinvolto in tante reazioni cellulari. Svolge un’azione essenziale nella costruzione del dna e nella produzione di energia. Contribuisce allo sviluppo del tessuto delle ossa, alla produzione di ormoni e neurotrasmettitori. Inoltre il magnesio è importante anche per la regolazione della pressione arteriosa e svolge un’azione di primaria importanza nel metabolismo dei lipidi e delle proteine.

Semi di zucca

I semi di zucca si possono gustare come snack oppure possono essere utilizzati nelle insalate, per arricchirle. Il magnesio presente in abbondanza aiuta a rilassarsi specialmente nelle giornate faticose.

Germogli di soia

 I germogli di soia si possono aggiungere anche crudi ai piatti preferiti. Sono in grado di apportare al nostro corpo tanti benefici, perché abbondano di sali minerali.

Frutta secca

La frutta secca fa bene per le sue proprietà nutritive e i benefici che apporta. Soprattutto le mandorle, le nocciole e le noci costituiscono un’altra ottima fonte di magnesio. Nello specifico può stimolare i processi mentali, come quelli relativi alla memoria e all’attenzione. Inoltre questa frutta aiuta ad affrontare lo sforzo fisico, evitando i crampi muscolari.

Aneto

L’aneto si può utilizzare come aroma da mettere nel sugo della pasta o nei contorni di verdure. La caratteristica fondamentale posseduta dal magnesio contenuto in questa pianta aromatica risiede nella possibilità di essere facilmente assimilabile.

Datteri

 I datteri dovrebbero essere inclusi nella nostra alimentazione quotidiana. Infatti essi possono essere considerati uno spuntino saporito, da consumare anche prima di impegnarsi nell’attività fisica.

Spinaci

Per soddisfare il fabbisogno giornaliero di magnesio sono ottimi anche gli spinaci, che sono abbondanti anche di vitamine, di calcio e di potassio e contribuiscono a mantenere in efficienza il nostro organismo.

Riguardo al riso come fonte di magnesio, bisogna tenere conto che va considerato soltanto quello integrale.

Riso

I cereali integrali, in generale, sono fondamentali per introdurre nel nostro corpo questo sale minerale.

Piselli

Anche i piselli rappresentano un’ottima fonte di magnesio. Si possono mangiare freschi in primavera e in estate e secchi durante l inverno.

Carciofi

I carciofi vanno bene soprattutto come contorno da consumare a pranzo. In questo modo ci possiamo assicurare quella dose di magnesio sufficiente, che può servire da riserva per il pomeriggio da dedicare al lavoro o allo sport.

Fichi

Ideali sono i fichi da mangiare soprattutto per affrontare una giornata impegnativa. Anch’essi costituiscono una riserva fondamentale per produrre l’energia necessaria durante durante la quotidianità.

 

Cerchiamo sempre di essere attenti e aggiornati sulle ultime novità in campo Sportivo e Medico, per questo ti consigliamo di mantenerti informato su www.nordicwalkingpassion.it – Maestro SINW / Maestro FIDAL = Giulio Piccinini 339 5652848

 

CUORE e ALIMENTAZIONE

CUORE e ALIMENTAZIONE

Consigli per mantenere sano il cuore mangiando bene e praticando attività sportiva.

In ogni ambiente Sanitario e in qualsiasi articolo / trasmissione televisiva quando si  parla di Sovrappeso si parla di un un Cuore a rischio vascolare, è ampiamente risaputo che la sovra alimentazione provoca un aumento di Colesterolo Causa principale di Infarto e di Ictus.

Praticare il Nordic Walking e abituarsi a una alimentazione  sana e moderata  previene queste inevitabili Patologie.

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CUORE e CIBO

CARDIOLOGIA

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Siete sicuri che bere caffè appena svegli è utile?

Siete sicuri che bere caffè appena svegli è utile?

Secondo studi importanti è addirittura controproducente: blocca gli effetti del cortisolo, l’ormone che – tra le altre cose – ci tiene svegli

Il caffè si è intrufolato da tempo nella routine mattutina di moltissimi. C’è qualcosa di romantico nella preparazione di una moka di caffè, c’è qualcosa di rituale nel berlo, un caffè, ogni mattina, magari appena svegli. C’è poi anche qualcosa di molto pratico legato a ogni caffè che beviamo: la caffeina ci prepara per affrontare la giornata – o, perlomeno – le prime ore di quella giornata.

Ma bere caffè subito dopo essersi svegliati è controproducente, si è scoperto. Non solo indebolisce l’effetto della caffeina, ma porta le persone a sviluppare una tolleranza alla sostanza che nel lungo periodo diminuisce l’effetto della caffeina sull’organismo di chi la assume. Il nostro corpo produce un ormone, il cortisolo, che è stato definito “l’ormone dello stress” perché tende a comparire quando siamo agitati o preoccupati. Ma il cortisolo è anche una parte importante del nostro quotidiano ciclo ormonale, conosciuto come il ritmo circadiano, che ha un ruolo determinante nel farci svegliare la mattina e nel farci avere sonno la sera. Il concetto, in sintesi, é: quando il nostro organismo rilascia cortisolo ci sentiamo più svegli.

Come mostra il video realizzato dal canale YouTube “ASAP Science” – famoso per la sua seria ma accessibile divulgazione scientifica – esiste un momento in cui dovremmo evitare di bere caffè. Quel momento è proprio quando di solito lo beviamo, il caffè: appena svegli. Quello è il momento in cui il cortisolo è al suo livello massimo, e ci sono due problemi legati al consumo di caffè in quel momento. Per prima cosa la caffeina tende a interferire con la produzione di cortisolo: il nostro organismo finisce così per produrre meno cortisolo e fare più affidamento sulla caffeina, per mantenerci svegli. Il secondo problema è che il consumo di caffè mentre il cortisolo è al suo massimo ci porta a sviluppare, nel lungo termine, una tolleranza per la caffeina: esattamente il motivo per cui molti assidui consumatori di caffè dicono che, col passare del tempo, gli fa sempre meno effetto. È proprio così: a lungo andare l’effetto della caffeina si sostituisce a quello del cortisolo, non si aggiunge.gli.

Il cortisolo cresce tre volte durante il giorno: la mattina presto, intorno a mezzogiorno e nelle ore serali. Il grafico, preso da uno studio fatto nel 2009, ne mostra l’andamento sulle 24 ore. Il cortisolo raggiunge il suo punto massimo tra le 6 e le 10 del mattino (in particolare tra le 8 e le 9). Ci sono alcune differenze da persona a persona – che dipendono soprattutto dal momento in cui qualcuno è abituato a svegliarsi – ma nella maggior parte dei casi, soprattutto per le persone che tendono a svegliarsi di prima mattina, il grafico è attendibile.

Per sfruttare al meglio gli effetti della caffeina dovremmo bere caffè nei momenti in cui il livello di cortisolo scende: tra le 10 e le 12 e tra le 14 e le 17 (quindi il caffè dopo pranzo va benissimo, invece). Queste sono le ore in cui abbiamo bisogno del caffè e, soprattutto, le ore in cui l’assunzione di caffeina non va a interferire con la produzione di cortisolo: il più importante sistema che il nostro organismo usa per tenerci svegli. Come mostra questo importante studio scientifico, quando le persone dicono di essere diventate assuefatti alla caffeina, stanno in realtà parlando – seppur senza saperlo – del fatto che le loro abitudini sul consumo di caffè hanno portato il loro organismo a produrre meno cortisolo.

Chi la mattina si sente esausto se non ha bevuto il suo caffè ha quindi probabilmente già alterato il suo ritmo circadiano fino al punto che gli serve della caffeina per raggiungere quel livello in cui si sente sufficientemente sveglio. Prima di bere caffè ogni mattina, avrebbero raggiunto quel livello semplicemente grazie al cortisolo.

di Roberto A. Ferdman  ©  Washington Post 2015

 

Accompagnamenti itineranti nei migliori siti della VAL di SOLE e VAL di NON + Lago di Garda + Valpolicella + Lessinia.

Accompagnamenti itineranti nei migliori siti della VAL di SOLE e VAL di NON + Lago di Garda + Valpolicella + Lessinia.

La Nordic Walking Passion nella veste del presidente= Giulio Piccinini  in collaborazione con gli Operatori Turistici e individualmente, offre la propria professionalità per accompagnare in camminate itineranti con lo scopo di visitare i luoghi più belli e per molti sconosciuti, utilizzando la tecnica del Nordic Walking che verrà spiegata e praticata in cammino.

Offriamo la possibilità di visitare le zone di tutto la VAL di SOLE e VAL di NON + Lago di Garda + Monte Baldo + Valpolicella e Lessinia.

 

Alcuni degli itinerari maggiormente gettonati sono:

  1. itinerario = comprensorio di Bardolino / Garda ( Val Sorda + Valle dei Mulini + Rocca di Garda  ect. )
  2. itinerario = comprensorio di Spiazzi / Madonna della Corona ( VR ) + Ferrara del Baldo.
  3. itinerario = comprensorio di Rivoli Veronese + lungo Adige + parco Pale Eoliche.
  4. itinerario = comprensorio di San Zeno di Montagna + diversi sentieri del Monte Baldo.
  5. itinerario = comprensorio della Valpolicella + Lessinia ( percorrendo i siti più famosi e belli ).
  6. itinerario = comprensorio di tutto il Lago di Garda e le zone circostanti es: Busatte + Pizzocolo + Valle delle Cartiere + Lago di Tenno + Lago di Ledro + Valle dei Concei + Gaver.
  7. itinerario = comprensori cercati e creati appositamente sulle necessità dei partecipanti.

I percorsi sopra elencati saranno decisi con i partecipanti in tutti gli aspetti più importanti quali: meteo + orari + durate + ect.

Tutti i percorsi sono stati studiati per gruppi mediamente allenati ma senza condizioni di pericolo, quindi adatti alla stragande maggioranza di utenza.

Inoltre informiamo che le nostre uscite prevedono soste di ristoro e pranzi nei migliori posti con comprovato rapporto di qualità e prezzo, senza mai disdegnare la location e i panorami circostanti.

I costi delle camminate saranno corrispondenti alla durata e alle difficoltà delle stesse Camminate Itineranti ( i ricavati saranno utilizzati per l’aquisto di attrezzature da boscaiolo / giardinaggio al fine di migliorare la manutenzione dei sentieri che abitualmente frequentiamo ).

Più di 10 anni di attività garantiscono l’apprendimento della miglior tecnica e la possibilità di visitare luoghi sicuramente eccezionali ed emozionanti al tempo stesso in tutta sicurezza.

Camminare insieme – sorridere alla vita – abbracciare la natura – essere semplici e umili = sono gli ingredienti giusti che puoi trovare ovunque per comporre la ricetta del buon cammino e dello stare insieme.

Informazioni e iscrizioni su= www.nordicwalkingpassion.it

oppure telefonando a Giulio Piccinini 339 5652848 :

 Maestro e Allenatore SINW / FIDAL.

Istruttore Nazionale di Camminata Sportiva.

 Istruttore di Winter Outdoor.

Esecutore BLS American Heart Association.

Guida Nazionale di Ebike /MTB.

Sempre a vostra disposizione, Vi aspettiamo…  CIAO

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