CUORE = Riabilitazione e SALUTE con il Nordic Walking
La NORDIC WALKING PASSION continua assiduamente nella ricerca di Studi e Ricerche fatte dalla OMS ( Organizzazione Mondiale della Sanità ) in campo Medico al fine di illustrare i Benefici per il Cuore e per la Salute in generale, Consigliamo di leggere attentamente le ultime novità pubblicate dalle maggiori riviste mediche sotto riportate:
I° Studio:
La camminata nordica, meglio nota come nordic walking, è un toccasana per il cuore e per la prevenzione dell’obesità. A rivelarlo sono due recenti studi che hanno evidenziato i diversi benefici di questa singolare attività fisica.
La prima ricerca, pubblicata sullo European journal of preventive cardiology, è stata effettuata da un’équipe di ricercatori della European society of cardiology. Gli autori hanno testato gli effetti della nordic walking su un campione di 111 persone. I partecipanti soffrivano di insufficienza cardiaca ed erano portatori di pacemaker. Dopo 8 settimane in cui si allenavano a camminare sulle racchette con una frequenza di 5 volte alla settimana, i pazienti hanno riportato molti progressi
Gli autori dello studio hanno concluso che la camminata nordica sia molto utile in un programma di riabilitazione per chi soffre di patologie cardiache, anche più della semplice passeggiata che solitamente viene consigliata a questi pazienti. Inoltre, aspetto affatto trascurabile, è un’attività praticabile in totale sicurezza da chi soffre di scompenso cardiaco, a differenza di sport più intensi che mettono troppo sotto sforzo il cuore.
Il secondo studio che ha fatto emergere ulteriori evidenze dei benefici di questa disciplina è stato pubblicato sulla rivista specializzata Journal of human kinetics. I ricercatori in questo caso si sono concentrati sui vantaggi della nordic walking per le donne affette da obesità. Le 46 partecipanti, tutte donne in menopausa, hanno seguito un programma di allenamento di dieci settimane.
Dai risultati del monitoraggio emerge che bastano sessioni di 40 minuti di nordic walking per tonificare e mantenere in forma tutto il corpo, prevenendo il rischio di obesità in modo naturale.
Il metabolismo delle partecipanti, grazie alla camminata nordica e ad alcuni semplici esercizi di riscaldamento e stretching, ha subito un’accelerazione, mentre il punto vita, settimana dopo settimana, ha perso diversi centimetri. Notevoli gli effetti positivi anche sul tono muscolare: le donne sono diventate più forti, sviluppando una maggiore resistenza agli sforzi.
II° Studio:
MILANO – Il nordic walking è nato in Finlandia come “allenamento” per lo sci di fondo. In effetti i movimenti lo ricordano un po’: consiste infatti nel camminare utilizzando bastoncini con passo alternato. Ora uno studio presentato all’Heart Failure Congress dell’European Society of Cardiology dimostra che questo sport è molto benefico per chi soffre di scompenso cardiaco, perché aiuta ad allenarsi con maggior intensità rispetto alla camminata semplice migliorando allo stesso tempo la capacità cardiorespiratoria e la qualità di vita di chi lo pratica, il tutto in totale sicurezza per il cuore.
STUDIO – La ricerca è stata condotta da Andrzej Lejczak, fisioterapista all’ospedale militare di Breslavia in Polonia, su 12 pazienti con insufficienza cardiaca e 12 persone sane, a cui ha chiesto di camminare normalmente o con i bastoncini da nordic walking per sei minuti su un tapis roulant che si muoveva alla velocità costante di 5 km orari. A tutti sono stati misurati parametri relativi alla capacità cardiorespiratoria durante e dopo l’esercizio, scoprendo che nei soggetti sani rispetto alla camminata normale il nordic walking aumenta del 37 per cento il consumo di ossigeno, fa salire di venti battiti al minuto la frequenza cardiaca, incrementa la pressione e l’affaticamento. Lo stesso succede nei pazienti con scompenso, che vedono crescere del 14 per cento il consumo di ossigeno e del 18 per cento il quoziente respiratorio (ovvero il rapporto fra l’anidride carbonica prodotta con lo sforzo fisico e l’ossigeno consumato); i battiti cardiaci aumentano di 15 unità al minuto, cresce la pressione e la fatica.
In breve, sia nei sani che negli scompensati l’uso dei bastoncini da nordic walking aumenta l’intensità dell’esercizio svolto.
SICURO – Questo però, stando ai dati raccolti, nei sani e nei malati non si associa a un maggior rischio di ischemie cardiache, per quanto minime, né a un incremento della probabilità di aritmie. Ed è proprio qua il vantaggio: si tratta di un’attività fisica molto efficace ma al tempo stesso sicura, anche per chi ha il cuore un po’ malandato o è più avanti negli anni. Per ottenere gli stessi risultati di beneficio cardiovascolare con una semplice camminata, in altri termini, bisogna sforzarsi molto di più, mettendo magari più a repentaglio la “tenuta” del cuore. E c’è poi da dire che si tratta di uno sport praticabile anche da chi ha le articolazioni un po’ malmesse: grazie all’uso dei bastoncini infatti le sollecitazioni su anche, ginocchia e caviglie sono minori rispetto alla camminata normale. Tutto questo si traduce in un vantaggio di salute: se l’intensità dello sforzo che si arriva a sostenere è maggiore, pur allenandosi in totale sicurezza, se ne otterranno benefici più consistenti in termini di funzionalità cardiorespiratoria, capacità aerobica e in ultima analisi di benessere generale. «Grazie all’uso dei bastoncini il nordic walking mette in movimento un maggior numero di gruppi muscolari rispetto alla semplice camminata – dice Lejczak –. In pratica è come se camminassimo con quattro arti, esercitando insieme gambe e braccia. Il fatto che sia ben tollerato da pazienti scompensati indica che il nordic walking potrebbe essere inserito nei programmi di riabilitazione cardiovascolare. Peraltro è uno sport che può essere praticato ovunque, per cui basta equipaggiarsi con i bastoncini, che costano poche decine di euro, e seguire un piccolo corso per imparare la tecnica. Per cominciare possono bastare tre o quattro ore di training», conclude il fisioterapista.
III° Studio:
Si chiama Nordic walking e secondo due nuovi studi aiuta nella riabilitazione di chi ha patologie cardiache e nel trattamento dell’obesità. Ma cos’è il nordic walking? Si tratta della camminata nordica che si fa con racchette molto simili a quelle usate per lo sci di fondo.
Secondo l’European society of cardiology il nordic walking sarebbe utili per chi soffre di insufficienza cardiaca e per i portatori di pacemaker: è stato sperimentato da 111 malati, monitorati a distanza, per 5 volte a settomana e per 8 settimane in tutto.
Per il Journel of human kinetics, il nordic walking è perfetto per combattere l’obesità: uno studio effettuato su 46 donne obese e in menopausa ha dimostrato che questo tipo di allenamento migliorare il metabolismo e la forza muscolare.
In tutto il mondo sono più di 10 milioni gli appassionati di nordic walking. La specialità è nata in Finlandia negli anni ’60 e brucia molto più calorie della corsa.
La N.W.P. è sempre attenta e aggiornata sulle ultime novità in campo Medico e Sportivo, per questo ti consigliamo di tenerti informato sul nostro sito: www.nordicwalkingpassion.it – Maestro SINW / Maestro FIDAL / Istruttore Nazionale di Camminata Sportiva = Giulio Piccinini 339 5652848
Diabete: 7 cose che (forse) non sapevi
- Il diabete è una malattia in costante aumento, non solo nei paesi industrializzati, ma anche in quelli sottosviluppati. Attualmente circa 350 milioni di persone in tutto il mondo convivono con questa patologia, che solo in Italia interessa il 4,9% della popolazione. Fortunatamente, il diabete è anche uno dei problemi più studiati, per il quale la ricerca ha fatto notevoli passi in avanti.
Infatti, non mancano le novità come i nuovi farmaci, le sperimentazioni di vaccini e lo studio di terapie chirurgiche, come il trapianto di pancreas.
DIABETE TIPO 1 Si verifica quando l’organismo, per la precisione il pancreas, non riesce a produrre l’insulina a causa della distruzione delle cellule beta (cellule pancreatiche produttrici dell’ormone suddetto). È la forma di diabete meno comune e viene quasi sempre diagnosticato nell’infanzia.
DIABETE TIPO 2 Si verifica quando il pancreas non riesce a far fronte all’aumentata richiesta di insulina da parte dell’organismo causata dalla resistenza insulinica.
INSULINA Ormone prodotto dal pancreas, che permette allo zucchero di entrare nelle cellule per nutrirle. Il diabete nasce quando lo zucchero non riesce a passare nelle cellule, ristagnando in quantità nel sangue. Si è già nella condizione della glicemia alta.
RESISTENZA INSULINICA Vuol dire che le cellule fanno fatica a trasformare lo zucchero in energia, quindi quantità maggiori dei zucchero rimangono nel sangue.
La Nordic Walking Passion ringrazia la gentile collaborazione del Prof. Claudio Borghi, Professore di Medicina Interno presso l’Università di Bologna, Ospedale Sant’Orsola-Malpighi.
I TRUCCHI PER ABBASSARE L’INDICE GLICEMICO È utile per un diabetico imparare a distinguere gli alimenti in base all’indice glicemico (leggi: l’indice glicemico dei cibi). Questo parametro indica quanto velocemente il glucosio presente nei cibi viene assorbito dal sangue. «Quando mangiamo un alimento ricco di carboidrati, i livelli di glucosio nel circolo sanguigno aumentano progressivamente, man mano che gli amidi e gli zuccheri vengono digeriti e assimilati», spiega Giorda. «La velocità di questi processi cambia a seconda dell’alimento e del tipo di nutrienti che contiene, dalla quantità di fibra presente e dalla composizione degli altri cibi già presenti nello stomaco e nell’intestino». L’indice glicemico riguarda, dunque, soprattutto i cibi ad alto contenuto di carboidrati, mentre quelli ricchi di grasso o di proteine non hanno un effetto immediato sui livelli di zucchero nel sangue (glicemia), ma ne determinano un tardivo incremento prolungato. L’indice glicemico è influenzato dalla composizione degli alimenti, ma anche dai metodi di cottura. «Tendono a ridurlo, per esempio, la parziale bollitura (gli spaghetti al dente e non scotti si confermano buoni in ogni senso) o il raffreddamento degli alimenti cucinati, come
le patate bollite (leggi: patate? Meglio bollite e fredde)», aggiunge Ferrari. «Anche la presenza di cibi con fibre solubili, capaci di assorbire elevate quantità di acqua, formando nell’intestino una sorta di gel, aiuta ad abbassare l’indice glicemico». Ma cosa succede, invece, se si abbonda con i cibi ad alto indice glicemico? «L’aumento rapido dei livelli di glicemia nel sangue provoca la secrezione da parte del pancreas di grandi quantità d’insulina», continua Ferrari. «E l’insulina causa un rapido utilizzo del glucosio da parte dei tessuti, così che dopo due-tre ore dal pasto si determina un’ipoglicemia, con conseguente sensazione di fame e di un certo malessere. Se si ingeriscono altri carboidrati per fronteggiare la fame, si stimola una nuova secrezione di insulina e si entra in un circolo vizioso». Non è l’unico pericolo. «Spesso il corpo non usa tutto il glucosio, che così viene trasformato in tessuto adiposo», continua Ferrari. «Le riserve di grasso non utilizzate si accumulano e generano sovrappeso». Non tutti gli studiosi, però, valutano allo stesso modo l’utilità dell’indice glicemico. «L’American diabetes association (Ada) ne ha addirittura messo in dubbio l’utilità clinica, raccomandando di rivolgere più l’attenzione sulla quantità di alimento che sulla fonte dei carboidrati», precisa Giorda.
Dott. Paolo Arbino di OK Salute e Benessere
Cerchiamo sempre di essere attenti e aggiornati sulle ultime novità in campo Sportivo e Medico, per questo ti consigliamo di mantenerti informato su www.nordicwalkingpassion.it – Maestro SINW / Maestro FIDAL = Giulio Piccinini 339 5652848