NORDIC WALKING la disciplina perfetta......

NORDIC WALKING la disciplina perfetta......

la Nordic Walking Passion a.s.d. è lieta di informarvi che i più importanti giornali Sportivi ci eleggono tra gli sport più importanti del presente e del futuro:

ASI e SCUOLA ITALIANA NORDIC WALKING UN BINOMIO DI SUCCESSO

“Non è la specie più forte che sopravvive ma quella più reattiva ai cambiamenti” (Darwin)

La rivista mensile di ASI, il nuovo Ente di Promozione Sportiva al quale si è affiliata la Scuola Italiana Nordic Walking, ci ha dedicato sul numero di maggio l’articolo “Entriamo nel mondo del Nordic Walking”; che dire, lo hanno fatto veramente alla grande, con l’Associazione riconosciuta come la più competente e organizzata al Mondo: la Scuola Italiana Nordic Walking.
I frutti non si sono fatti attendere, dal riconoscimento immediato della nostra formazione tecnica per la qualifica di “Istruttore Sportivo” come previsto dalla Legge che regola le attività sportive e, in futuro grandi cose ci attendono sul nuovo percorso, altri riconoscimenti che andranno ancor più a valorizzare la figura dell’istruttore e maestro SINW.
Grazie dunque a tutti voi istruttori, maestri e master trainer, che avete saputo dare fiducia al Consiglio Direttivo Sinw in questa scelta, che si preannuncia veramente vincente sotto tutti i punti di vista.

Tutti pensano che camminare sia una cosa semplice e ovvia ma al contrario solo gli esperti sanno come trasmettere le tecniche giuste e più efficienti per ottenere dal proprio fisico le performances migliori.

Informazioni presso = www.nordicwalkingpassion.it alla rubrica contatti contatti oppure telefonando al Maestro SINW / Maestro FIDAL / Istruttore Nazionale CAMMINATA SPORTIVA = Giulio Piccinini 339 5652848

 

Alimentazione per DIMAGRIRE e per lo SPORT: cosa mangiare

Alimentazione per DIMAGRIRE e per lo SPORT: cosa mangiare

Challenge è la piattaforma di fitness Challenge numero 1 nel Nord America per il dimagrimento e il fitness; gratifica le persone che hanno ottenuto la migliore trasformazione in 90 giorni con oltre $47 milioni ogni anno* in prodotti gratis, premi e vacanze. (*In base a premi effettivamente consegnati nel 2012).

Vi™ è un’azienda che promuove uno stile di vita sano grazie all’impegno di una comunità di persone la cui missione è trasformare la Vita, la Salute e la Prosperità in tutto il mondo. Grazie ai prodotti sperimentati, ai programmi e al supporto, Vi è orgogliosa del suo impatto su milioni di persone di tutto il mondo dal 2005.

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Risultati non tipici. I partecipanti al Challenge devono tenere conto della situazione personale e devono fissare obiettivi ragionevoli e raggiungibili. Vi sconsiglia di fissare obiettivi di perdita di peso superiori a 1-1,5 kg alla settimana. Rivolgersi a un operatore sanitario prima di iniziare un programma per la perdita del peso, in particolare in caso di problemi medici preesistenti.

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Alimentazione e sport: cosa mangiare

Alimentazione e sport: cosa mangiare? E’ importante, quando si pratica attività fisica, essere consapevoli di come nutrirsi. Dal cibo ricaviamo tutte le sostanze importanti per il nostro corpo. Visto che l’esercizio fisico implica degli sforzi anche prolungati, è necessario poter disporre di tutte le energie adeguate per sentirsi al top. Ci sono delle regole ben precise da rispettare nel rapporto tra dieta e sport. Vediamo quali sono, così non rischiamo di sbagliare e manteniamo la giusta forma fisica.

  1. Carboidrati

Chi fa sport può mangiare carboidrati senza paura di ingrassare. Andrebbero scelti quelli a basso indice glicemico, che troviamo soprattutto nel pane e nella pasta integrale. E’ bene sapere quando assumerli. Per esempio, chi pratica attività fisica durante la pausa pranzo non deve sbagliare la colazione, inserendo anche una fetta di crostata o fette biscottate ricoperte di marmellata, per fare il pieno di zuccheri.

  1. Proteine

Le proteine non costituiscono l’alimento principale della dieta di uno sportivo, ma sono il complemento di un’alimentazione molto più varia. Meglio, quindi, razionarle a piccole dosi, lungo tutto l’arco della giornata. A colazione si possono mangiare latte e yogurt, per spuntino qualche fetta di bresaola e a pranzo carni bianche o pesce.

  1. Vitamine

Per uno sportivo sono sufficienti le quantità di vitamine che si ricavano da una dieta sana e varia. Il fabbisogno vitaminico in questo modo riesce a mantenersi adeguato. Non occorre fare uso di molti integratori vitaminici, è opportuno, invece, affidarsi agli alimenti: ortaggi verdi e agrumi per la vitamina C, legumi per la B1, crostacei, uova e pesce.

  1. Sali minerali

Spesso si pensa che, utilizzando alte dosi di integratori minerali, si possa migliorare la prestazione sportiva. Non è affatto così. Il punto di riferimento deve essere sempre una dieta equilibrata. Per il calcio latte, yogurt e formaggi, per il fosforo pesce e salumi, per il ferro carni e uova, per il magnesio legumi e crostacei.

  1. Grassi

Per quanto riguarda i grassi, è importante evitare gli eccessi e conservare il giusto rapporto tra quelli animali e quelli vegetali. Se si esagera con quelli di origine animale, si può incorrere nell’aumento del colesterolo. Olio, frutta secca e formaggi vanno consumati sempre nei limiti.

  1. Acqua

I liquidi anche per chi fa sport sono fondamentali, specialmente per bilanciarne la perdita abbondante che si ha attraverso il sudore. I benefici dell’acqua sono molti: andrebbe consumata sia prima che dopo l’attività fisica. E’ importante scegliere quella ricca di minerali, tra i quali il potassio, il calcio, il ferro e il magnesio.

Mantieniti informato su www.nordicwalkingpassion.it – Maestro SINW – Maestro FIDAL – Istruttore Nazionale di Camminata Sportiva = Giulio Piccinini 339 5652848

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Speciale colazione per i runners e walkers

La prima colazione è il momento più importante per una giornata attiva: se ben composta consente di affrontare tutti gli impegni quotidiani con la giusta carica. Questo vale ancor di più per chi svolge attività sportiva, come i runner e i ciclisti.

Le richieste energetiche di uno sportivo sono diverse rispetto a chi è sedentario. Una maggiore massa muscolare richiede più energia per funzionare al meglio, e l’attività sportiva in sé porta ad affaticarsi rapidamente se non si ha il giusto apporto nutrizionale.

Quali fonti di energia per uno sforzo protratto

La preparazione all’allenamento deve partire da una colazione adeguata, che fornisca all’organismo il giusto abbinamento di carboidrati e di proteine. Le proteine sono utili all’incremento della massa magra e consentono di mantenere i livelli di energia costanti, specie durante sforzi prolungati. A queste però serve abbinare una quota di carboidrati, in grado di fornire prontamente l’energia quando richiesta, specie durante l’allenamento. E’ importante selezionare accuratamente la fonte di questi carboidrati scegliendo quelli più adatti a fornire energia per un periodo prolungato. I cereali integrali, grazie al loro basso indice glicemico e al più elevato contenuto proteico, sono un’ottima fonte di energia per lo sforzo protratto.

I cereali integrali sono un’ottima fonte di energia per lo sforzo protratto

Abbinare a questi una confettura che sia il più possibile vicina per composizione al frutto di partenza, contribuisce al raggiungimento della quota di carboidrati senza appesantire il metabolismo. Un prodotto che non contenga zuccheri aggiunti o dolcificanti consente infatti di mantenere un più basso impatto glicemico e un rilascio di energia prolungato nel tempo e se è privo di inutili conservanti è anche meglio.

La colazione ideale del runner

Il miglior allenamento o la migliore prestazione agonistica si fanno a scorte piene e a stomaco vuoto (la cena precedente deve cioè sempre essere ben bilanciata tra i diversi nutrienti), e quindi, dopo avere corso e fatto la doccia al mattino, i carboidrati sono importanti al fine di ripristinare le riserve energetiche, mentre le proteine sono indispensabili per il recupero muscolare. La colazione ideale del runner quindi si compone di una maggior quota di carboidrati, come un panino integrale con ottima marmellata a fianco dei cereali integrali, e di una quota a maggiore frazione proteica come uova, formaggio o semi oleosi.

Scorte piene e stomaco vuoto per la miglior prestazione del runner

Se la colazione viene fatta prima dell’allenamento

Fare colazione prima dell’allenamento invece, richiede che questa sia facilmente digeribile, perché questo processo “ruba” energie ai muscoli e influisce negativamente sulla prestazione. In questo caso, la colazione ideale si compone di una piccola quantità di carboidrati integrali (come gallette o pane), da abbinare in parte a prosciutto e in parte a marmellata biologica senza conservanti né zuccheri aggiunti. Quando si fa la colazione prima dell’allenamento, la quantità di cibo dipende dal tempo a disposizione per digerire e dalla prevista intensità dell’allenamento. Poi, dopo lo sforzo, si potrà integrare la quantità in modo molto più libero, mantenendo lo stesso equilibrio tra proteine e carboidrati.

Se la colazione viene fatta prima dell’allenamento, meglio optare per pane o gallette integrali da abbinare in parte a prosciutto e in parte a marmellata bio senza zuccheri

E’ proprio il mantenimento di un livello di energia stabile che fa la differenza in sport di endurance quali la corsa e il ciclismo: evitare i cali energetici, i picchi di insulina e gli sbalzi glicemici, consente di mantenere un’andatura più costante e di avere la giusta riserva per lo sprint finale. Inoltre il giusto apporto proteico consente un più rapido recupero muscolare e un incremento della massa magra.

Tutto parte dalla prima colazione, anche il vostro nuovo record.

 

REGALA SALUTE ai tuoi Amici e Parenti

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Per ogni volta che dovete fare un regalo e non sapete cosa scegliere, la Nordic Walking Passion Vi suggerisce di regalare SALUTE ( sicuramente un’ importante regalo da fare ad Amici e Parenti ).

Acquista un Buono per il Nordic Walking ( puoi scegliere da 1 a 4 lezioni ), sarà molto gratificante per chi lo riceverà – niente è più bello che Donare la Salute alle persone care, gli oggetti acquistati spesso vengono riposti in cantina e dimenticati mentre il benessere Psico-Fisico rimane per lunghissimo tempo. Pensateci…

per ulteriori informazioni scrivete nella sezione Contatti del sito www.nordicwalkingpassion.it = oppure tel. al n° 339 5652848 = Maestro SINW –  FIDAL – Istruttore Nazionale di Camminata Sportiva  = Giulio Piccinini

Leggi sotto:

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Senza attività fisica si riduce il flusso di sangue che irrora il cervello, soprattutto nelle aree più colpite dall’Alzheimer

Chi si ferma è perduto: bastano appena 10 giorni di sedentarietà per vedere ridurre in maniera significativa il flusso di sangue che irrora il cervello, soprattutto nelle aree deputate alla memoria e quindi più a rischio Alzheimer. E’ quanto dimostra uno studio dell’Università del Maryland pubblicato su Frontiers in Aging Neuroscience.

I ricercatori sono giunti a questa conclusione dopo aver esaminato un gruppo di sportivi “senior”, di età compresa fra i 50 e gli 80 anni, che avevano alle spalle almeno 15 anni di sport di resistenza e che avevano recentemente partecipato a qualche gara. I loro cervelli sono stati accuratamente osservati attraverso una risonanza magnetica prima e dopo 10 giorni di stop.

Le immagini ottenute mostrano che la sedentarietà diminuisce il flusso di sangue che irrora il cervello a riposo: sono otto le aree più colpite, tra cui l’ippocampo, centro cruciale per la memoria, e altre zone che compongono il circuito nervoso che si deteriora per primo quando insorge l’Alzheimer.

«Sappiamo che l’ippocampo gioca un ruolo importante nell’apprendimento e nella memoria, ed è una delle regioni cerebrali che si rimpiccioliscono nelle persone malate di Alzheimer», spiega il coordinatore dello studio, J. Carson Smith. «Nei roditori – aggiunge – l’ippocampo reagisce all’allenamento fisico potenziando la crescita di nuovi vasi sanguigni e neuroni. Così, anche nelle persone più mature, l’esercizio fisico può aiutare a proteggere l’ippocampo dal rimpicciolimento. Per questo è significativo che anche solo 10 giorni di inattività determinino una riduzione del flusso sanguigno nelle regioni più importanti per mantenere il cervello in salute».

«Sappiamo che le persone meno attive da un punto di vista fisico hanno maggiore probabilità di sviluppare problemi cognitivi e demenza col passare degli anni», sottolinea Smith. «In questo studio non abbiamo trovato prove che dimostrino un peggioramento delle capacità cognitive dopo pochi giorni di inattività, ma il messaggio chiave è semplice: se ti fermi per 10 giorni, non perderai solo la capacità di resistenza del cuore, ma ridurrai anche l’afflusso di sangue al cervello».

 

EVITIAMO i 4 VELENI Alimentari

EVITIAMO i 4 VELENI Alimentari

La NORDIC WALKING PASSION dopo innumerevoli corsi Medici e di Alimentazione Consiglia di seguire le indicazioni sotto riportate.

Ci sono degli alimenti che vengono considerati i “i 4 cavalieri dell’Apocalisse dell’ alimentazione” perché stanno letteralmente distruggendo la tua salute e in questo articolo ti spiegherò quali sono e quali danni stanno facendo al tuo organismo. Nutrirsi non significa semplicemente introdurre qualcosa in bocca, masticarlo e digerirlo.. Ma significa fornire al proprio corpo, grazie ad una corretta alimentazione, tutti gli elementi necessari per il suo sostentamento e per le varie funzioni di base evitando il più possibile tutti quegli alimenti che sono pericolosi per la propria salute.

Il Primo Veleno Bianco: Il Sale

Un adulto medio, nella sua alimentazione, ha bisogno al massimo di 1 kg di sale all’anno mentre oggi purtroppo la media nei paese civilizzati è di circa 10 kg all’anno. Questo accade perché non solo viene usato in grandi quantità nei condimenti ma è anche sovrabbondante in diversi alimenti come snack, patatine, fritti, salumi e formaggi stagionati. Quando assumi più sale del dovuto il tuo corpo deve compensare trattenendo i liquidi per mantenere il sale in soluzione e questo comporta gonfiori sensazione di pesantezza e la famosa ritenzione idrica causa di tanti inestetismi. L’assunzione eccessiva di sale nella propria alimentazione comporta nel lungo periodo tantissime conseguenze negative come:

  • Pressione alta
  • Cattiva digestione
  • Insonnia
  • Tic nervosi
  • Stanchezza cronica
  • Perdita di calcio nelle ossa

Secondo Veleno Bianco: Lo Zucchero Raffinato

Quando sei bambino, nella maggior parte dei casi, ti fanno associare la felicità a qualcosa di dolce e zuccherato come una caramella, un gelato o un dolce. Da adulti si continua con questa potente associazione concedendosi spesso il piacere delle gratificazioni con qualche dolce o bevande altamente ricche di zuccheri. Basti pensare che la famosa bevanda scura con l’etichetta rossa e bianca per il 10% è composta di zucchero puro questo significa che per ogni litro (3 lattine) ci sono circa 100 gr di zucchero puro!!! Nessun adulto ha bisogno di assumere zucchero extra per la propria alimentazione basterebbe abituarsi ad assumere alimenti ricchi di carboidrati complessi come la frutta, verdura e cereali integrali che contengono grandi quantità di vitamine e minerali che vengono rilasciati e messi a disposizione per l’organismo. Mentre I carboidrati complessi sono alimenti ricchissimi di energia e di sostanze nutritiveper il nostro corpo, i carboidrati semplici, derivanti dai prodotti dello zucchero, non richiedono tempi di digestione ed entrano subito in circolazione. Ecco perché basta anche una semplice caramella perché il tuo indice glicemico vada alle stelle innalzando così la quantità di glucosio nel sangue. Questo comporta uno stato di emergenza nel tuo organismo che è costretto a secernereinsulina per eliminare lo zucchero in eccesso. Se continui ad assumere nella tua alimentazione alimenti ricchi di zucchero continui ad innescare questo processo di produzione dell’ insulina affaticando moltissimo il tuo organismo che si traduce con:

  • Senso di affaticamento
  • Ridotta capacità di concentrazione
  • Poca lucidità mentale
  • Stanchezza cronica
  • Picchi e cali repentini di energia durante la giornata
  • … e nel lungo periodo la possibilità del Diabete.

Se non ci credi basta dare un’occhiata alle statistiche, oggi una persona su venti soffre di diabete mentre agli inizi del novecento, quando lo zucchero era praticamente inesistente e c’era un altro tipo di alimentazione, era una persona su 50.000.

Terzo Veleno Bianco: La Farina Bianca

Il terzo veleno è rappresentato da tutti quegli alimenti che contengono la farina bianca come: pane, panini, pasta, impasti di ogni tipo, grissini e brioche. Nel libro di Barry Sears “La Zona” l’autore spiega che il corpo non è bravissimo a scomporre prodotti a base di farina bianca e questo perché non si è ancora adattato a questa invenzione moderna (anni 50’) rispetto ai migliaia di anni di evoluzione. Quando introduciamo nella nostra alimentazione uno di questi alimenti formiamo una massa glutinosa che si muove lentamente attraverso il sistema digerente causando sonnolenza e costipazione. Basterebbe assumere prodotti integrali che, non solo soddisfano il tuo appetito, ma contengono grandi quantità vitamine, minerali e proteine nobili recandoti un senso di soddisfazione ed appagamento senza quella fastidiosa pesantezza a fine pasto. Infatti l’eccessiva macinazione della farina bianca per ottenere una consistenza fine elimina la maggior parte dei nutrienti rendendo il cibo praticamente morto.

Quarto Veleno Bianco: Il Latte

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Noi siamo l’unica specie al mondo che si nutre del latte di un’altra specie e per di più dopo lo svezzamento. Intorno ai due anni circa, si ha una progressiva riduzione dell’attività del “lattasi”, che è l’enzima adibito all’assimilazione del latte, fino ad arrivare all’età adulta in cui la sua azione è praticamente inesistente (riduzione di circa il 90-95%). Questo ovviamente porta ad una intolleranza più o meno grave che può sfociare con diversi effetti collaterali quali gonfiori, irritazione del tratto intestinale, coliche, allergie, ecc. In più c’è da aggiungere che, anche se fosse l’alimento più salutare della terra, il latte viene continuamente contaminato da antibiotici, ormoni della crescita, erbicidi, pesticidi e nonostante la sua sterilizzazione è ampiamente dimostrato che i germi continuano a sopravvivere. Queste sono solo alcune delle motivazioni per cui è altamente sconsigliato introdurre il latte nella propria alimentazione (a breve pubblicherò un articolo dedicato solo a questo). Eliminando “i 4 cavalieri dell’Apocalisse” dalla tua alimentazione otterrai da subito più energia, più vigore e leggerezza aumentando considerevolmente la probabilità di risolvere i vari problemi di costipazione, intolleranze, gonfiori, cattiva digestione, insonnia, ecc.

Il latte è stato a lungo raccomandato da medici e nutrizionisti per aumentare l’assunzione di calcio e aiutare a mantenere le ossa forti. Ma una nuova ricerca dell’Università di Uppsala, in Svezia, pubblicata sul British Medical Journal, indicherebbe che non è esattamente così che stanno le cose

Nello studio sono state monitorate 61.000 donne e 45.000 uomini per 20 anni, scoprendo che non vi era alcuna riduzione delle fratture per coloro che hanno consumato latte nella loro vita. Anzi, nelle donne il consumo dell’alimento è stato associato ad una maggiore probabilità di subire una frattura. Coloro che hanno bevuto tre bicchieri o più al giorno (680ml) avevano il doppio delle probabilità di morire presto rispetto a chi ne ha consumato meno di uno.

L’autore principale dello studio, il professor Karl Michaelsson,spiega: “I nostri risultati possono mettere in dubbio la validità delle raccomandazioni su un consumo elevato quantità di latte per prevenire le fratture da fragilità. Un maggior consumo di latte nelle donne e uomini non è accompagnato da un minor rischio di frattura. Invece può essere associato ad un più alto tasso di morte“.

Non è la prima volta, in verità, che una ricerca giunge a questi risultati. Il motivo? Dato l’elevato contenuto di lattosio del latte, si ipotizza che un alto consumo di latte possa aumentare infiammazione e stress ossidativo, che a sua volta influenza il rischio di mortalità e fratture. Tale associazione è stata osservata anche con l’assunzione di formaggio, si legge nella ricerca, che comunque consiglia cautela nell’interpretazione dei risultati.

A ritenere il latte vaccino un alimento dannoso per il nostro organismo, in quanto “specie specifico” dunque non adatto all’essere umano ma solo al vitello, era stata anche la nutrizionista clinica Maria Antonietta Giufré, che ai nostri microfoni ha spiegato come il latte degli altri mammiferi sia un alimento indigeribile per il nostro organismo in quanto non sono più presenti la rennina e la lattasi, enzimi in grado di digerire le proteine del latte.

Nell’intervista con l’esperta si fa riferimento agli studi riportati in particolare sul libro “The China Study”, di T. Collin Campbell e Thomas M. Campbell, nel quale si sostiene che la caseina, che il nostro corpo non è in grado di digerire ed assimilare, è una sostanza molto pericolosa per l’uomo e può portare anche a gravi problematiche. Purtroppo la questione è controversa e gli interessi in ballo sono davvero tanti. E tutto questo senza considerare l’aspetto ambientale ed etico legato alla produzione di questo alimento.

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Che il latte faccia bene è un idea che, col passare del tempo, è messa in dubbio da più parti. Tantissime persone notano che stanno meglio quando smettono di assumerlo e gli stessi scienziati sembrano trovare sempre più prove di questo. Una ricerca americana, ad esempio, dimostra che c’è una forte correlazione tra un elevata quantità di latticini consumati e l’insorgere della malattia di Parkinson.

Questo studio, pubblicato sull’American Journal of Epidemiology, ha seguito 130.000 persone per 9 anni. Il risultato è stato chiaro e netto: chi faceva un consumo elevato di latticini ha mostrato una tendenza superiore del 60% di contrarre il Parkinson rispetto a quelli che assumevano pochi latticini.

Secondo chi conduceva lo studio il latte è più dannoso dello yogurt e dei formaggi nel causare il Parkinson. Infatti questi ultimi subendo un processo di fermentazione sono più digeribili e quindi producono meno tossine indigerite nel corpo.

Il Parkinson è una grave malattia neuro-degenerativa che colpisce i neuroni motori del cervello, una ristretta zona del sistema nervoso centrale, causando una serie di sintomi motori come tremori e difficoltà di movimento e altri meno visibili ma altrettanto invalidanti come insonnia e depressione.

Quello menzionato non è l’unico studio a riguardo ma ce ne sono molti studi diversi che giungono alla stessa conclusione. Di recente il Dr. Robert Abbott della Shiga University of Medical Science ha pubblicato uno studio sulla rivista Neurology, dove afferma di aver studiato 449 cervelli umani (di persone morte che hanno deciso di donare i propri organi alla ricerca scientifica) e ha scoperto che coloro che bevevano due bicchieri al giorno di latte avevano meno neuroni motori e più sottili rispetto a chi non lo consumava, mostrando quindi un danneggiamento dell’area cerebrale coinvolta nello sviluppo del morbo di Parkinson.

Secondo il ricercatore vanno considerati anche i pesticidi presenti nel latte. Infatti i pesticidi, largamente usati nell’agricoltura, finiscono nei mangimi degli animali e quindi nel loro latte, e contengono metalli pesantitossici per il cervello. Il legame tra pesticidi e Parkinson è noto già da tempo agli scienziati, per questo è importante mangiare cibo biologico.

Uno studio recente afferma che la cannabis invece potrebbe essere una cura efficace per il morbo di Parkinson. Infatti ci sono diverse testimonianze e studi in atto che mostrano come i componenti attivi presenti nella cannabis siano in grado di guarire il cervello.

Un altro rimedio naturale viene dalla Medicina Tradizionale Cinese e si chiama Gouteng, una pianta le cui virtù terapeutiche potrebbero essere utilizzate proprio nella lotta contro questa malattia degenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale.

La stimolazione del piacere è legato al processo di guarigione del Parkinson perché attiva e rigenera le parti del cervello danneggiate. Per approfondire leggi Il Piacere stimola l’Autoguarigione, l’Espansione di Coscienza e la Pineale.

 

 

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La N.W.P. è sempre attenta e aggiornata sulle ultime novità in campo Medico e Sportivo, per questo ti consigliamo di tenerti informato sul nostro sito: www.nordicwalkingpassion.it – Maestro SINW / Maestro FIDAL / Istruttore Nazionale di Camminata Sportiva = Giulio Piccinini 339 5652848

 

CUORE = Riabilitazione e SALUTE con il Nordic Walking

CUORE = Riabilitazione e SALUTE con il Nordic Walking

La NORDIC WALKING PASSION continua assiduamente nella ricerca di  Studi e Ricerche fatte dalla OMS ( Organizzazione Mondiale della Sanità ) in campo Medico al fine di illustrare i Benefici per il Cuore e per la Salute in generale,  Consigliamo di leggere attentamente le ultime novità pubblicate dalle maggiori riviste mediche sotto riportate:

I° Studio:

La camminata nordica, meglio nota come nordic walking, è un toccasana per il cuore e per la prevenzione dell’obesità. A rivelarlo sono due recenti studi che hanno evidenziato i diversi benefici di questa singolare attività fisica.

La prima ricerca, pubblicata sullo European journal of preventive cardiology, è stata effettuata da un’équipe di ricercatori della European society of cardiology. Gli autori hanno testato gli effetti della nordic walking su un campione di 111 persone. I partecipanti soffrivano di insufficienza cardiaca ed erano portatori di pacemaker. Dopo 8 settimane in cui si allenavano a camminare sulle racchette con una frequenza di 5 volte alla settimana, i pazienti hanno riportato molti progressi

 

Gli autori dello studio hanno concluso che la camminata nordica sia molto utile in un programma di riabilitazione per chi soffre di patologie cardiache, anche più della semplice passeggiata che solitamente viene consigliata a questi pazienti. Inoltre, aspetto affatto trascurabile, è un’attività praticabile in totale sicurezza da chi soffre di scompenso cardiaco, a differenza di sport più intensi che mettono troppo sotto sforzo il cuore.

Il secondo studio che ha fatto emergere ulteriori evidenze dei benefici di questa disciplina è stato pubblicato sulla rivista specializzata Journal of human kinetics. I ricercatori in questo caso si sono concentrati sui vantaggi della nordic walking per le donne affette da obesità. Le 46 partecipanti, tutte donne in menopausa, hanno seguito un programma di allenamento di dieci settimane.

Dai risultati del monitoraggio emerge che bastano sessioni di 40 minuti di nordic walking per tonificare e mantenere in forma tutto il corpo, prevenendo il rischio di obesità in modo naturale.

Il metabolismo delle partecipanti, grazie alla camminata nordica e ad alcuni semplici esercizi di riscaldamento e stretching, ha subito un’accelerazione, mentre il punto vita, settimana dopo settimana, ha perso diversi centimetri. Notevoli gli effetti positivi anche sul tono muscolare: le donne sono diventate più forti, sviluppando una maggiore resistenza agli sforzi.

II° Studio:

MILANO – Il nordic walking è nato in Finlandia come “allenamento” per lo sci di fondo. In effetti i movimenti lo ricordano un po’: consiste infatti nel camminare utilizzando bastoncini con passo alternato. Ora uno studio presentato all’Heart Failure Congress dell’European Society of Cardiology dimostra che questo sport è molto benefico per chi soffre di scompenso cardiaco, perché aiuta ad allenarsi con maggior intensità rispetto alla camminata semplice migliorando allo stesso tempo la capacità cardiorespiratoria e la qualità di vita di chi lo pratica, il tutto in totale sicurezza per il cuore.

STUDIO – La ricerca è stata condotta da Andrzej Lejczak, fisioterapista all’ospedale militare di Breslavia in Polonia, su 12 pazienti con insufficienza cardiaca e 12 persone sane, a cui ha chiesto di camminare normalmente o con i bastoncini da nordic walking per sei minuti su un tapis roulant che si muoveva alla velocità costante di 5 km orari. A tutti sono stati misurati parametri relativi alla capacità cardiorespiratoria durante e dopo l’esercizio, scoprendo che nei soggetti sani rispetto alla camminata normale il nordic walking aumenta del 37 per cento il consumo di ossigeno, fa salire di venti battiti al minuto la frequenza cardiaca, incrementa la pressione e l’affaticamento. Lo stesso succede nei pazienti con scompenso, che vedono crescere del 14 per cento il consumo di ossigeno e del 18 per cento il quoziente respiratorio (ovvero il rapporto fra l’anidride carbonica prodotta con lo sforzo fisico e l’ossigeno consumato); i battiti cardiaci aumentano di 15 unità al minuto, cresce la pressione e la fatica.

In breve, sia nei sani che negli scompensati l’uso dei bastoncini da nordic walking aumenta l’intensità dell’esercizio svolto.

SICURO – Questo però, stando ai dati raccolti, nei sani e nei malati non si associa a un maggior rischio di ischemie cardiache, per quanto minime, né a un incremento della probabilità di aritmie. Ed è proprio qua il vantaggio: si tratta di un’attività fisica molto efficace ma al tempo stesso sicura, anche per chi ha il cuore un po’ malandato o è più avanti negli anni. Per ottenere gli stessi risultati di beneficio cardiovascolare con una semplice camminata, in altri termini, bisogna sforzarsi molto di più, mettendo magari più a repentaglio la “tenuta” del cuore. E c’è poi da dire che si tratta di uno sport praticabile anche da chi ha le articolazioni un po’ malmesse: grazie all’uso dei bastoncini infatti le sollecitazioni su anche, ginocchia e caviglie sono minori rispetto alla camminata normale. Tutto questo si traduce in un vantaggio di salute: se l’intensità dello sforzo che si arriva a sostenere è maggiore, pur allenandosi in totale sicurezza, se ne otterranno benefici più consistenti in termini di funzionalità cardiorespiratoria, capacità aerobica e in ultima analisi di benessere generale. «Grazie all’uso dei bastoncini il nordic walking mette in movimento un maggior numero di gruppi muscolari rispetto alla semplice camminata – dice Lejczak –. In pratica è come se camminassimo con quattro arti, esercitando insieme gambe e braccia. Il fatto che sia ben tollerato da pazienti scompensati indica che il nordic walking potrebbe essere inserito nei programmi di riabilitazione cardiovascolare. Peraltro è uno sport che può essere praticato ovunque, per cui basta equipaggiarsi con i bastoncini, che costano poche decine di euro, e seguire un piccolo corso per imparare la tecnica. Per cominciare possono bastare tre o quattro ore di training», conclude il fisioterapista.

III° Studio:

Si chiama Nordic walking e secondo due nuovi studi aiuta nella riabilitazione di chi ha patologie cardiache e nel trattamento dell’obesità. Ma cos’è il nordic walking?  Si tratta della camminata nordica che si fa con  racchette molto simili a quelle usate per lo sci di fondo.

Secondo l’European society of cardiology il nordic walking sarebbe utili per chi soffre di insufficienza cardiaca e per i portatori di pacemaker: è stato sperimentato da 111 malati, monitorati a distanza, per 5 volte a settomana e per 8 settimane in tutto.

Per il Journel of human kinetics, il nordic walking è perfetto per combattere l’obesità: uno studio effettuato su 46 donne obese e in menopausa ha dimostrato che questo tipo di allenamento migliorare il metabolismo e la forza muscolare.

In tutto il mondo sono più di 10 milioni gli appassionati di nordic walking. La specialità è nata in Finlandia negli anni ’60 e brucia molto più calorie della corsa.

La N.W.P. è sempre attenta e aggiornata sulle ultime novità in campo Medico e Sportivo, per questo ti consigliamo di tenerti informato sul nostro sito: www.nordicwalkingpassion.it – Maestro SINW / Maestro FIDAL / Istruttore Nazionale di Camminata Sportiva = Giulio Piccinini 339 5652848

 

 

 

Rafforziamo il Sistema Immunitario.

Rafforziamo il Sistema Immunitario.

Cosa debilita il sistema immunitario? Cosa evitare per non ammalarsi

Il sistema immunitario può indebolirsi a causa di abitudini scorrette di vita, come per esempio non seguire una dieta variata o non praticare movimento. Sulle nostre capacità di difesa incidono notevolmente il non dormire a sufficienza, l’ansia e lo stress, in particolare se prolungato nel tempo

Il sistema immunitario può essere indebolito da una pluralità di fattori come, per esempio, lo stress prolungato, il consumo eccessivo di alcolici e una dieta scorretta.

Il sistema immunitario, fondamentale per non ammalarsi, si può indebolire a causa di uno stile di vita troppo sedentario; muoversi aiuta a rinforzare le difese, a sentirsi meglio e a ridurre le possibilità di contrarre malattie. Camminare ogni giorno, correre, ballare o svolgere dei semplici esercizi a casa contribuiscono a rendere le difese immunitarie più efficaci.

Il sistema immunitario si può debilitare a causa di una dieta monotona, a base di alimenti con alte quantità di coloranti, conservanti ed additivi. E’ molto importante scegliere prodotti nazionali e, se è possibile, biologici.

Per non ammalarsi bisogna evitare di consumare, in maniera eccessiva, i cibi precotti, eccessivamente sofisticati ed elaborati. E’ meglio privilegiare frutta e verdura fresca e di stagione, cereali integrali e cotture semplici e veloci. Per favorire il sistema immunitario è consigliabile cucinare utilizzando aglio e cipolla che svolgono un’azione antibatterica naturale; altrettanto utili le spezie perché apportano sali minerali e vitamine.

Per non ammalarsi bisogna evitare l’abuso di alcol e superalcolici; è altrettanto importante assumere i farmaci rispettando le indicazioni mediche. Un utilizzo scorretto indebolisce il corpo rendendolo più vulnerabile e fragile.

Per rinforzare il sistema immunitario è importante garantirsi un adeguato riposo notturno, compreso fra le sette e le otto ore. Il sonno favorisce la concentrazione, la memoria e contribuisce anche a mantenersi giovani. Inoltre, si dovrebbero ridurre le situazioni che generano ansia e stress. Per imparare gestire queste emozioni è possibile dedicarsi a discipline come lo yoga ed il piloga ossia l’unione di pilates ed yoga e dagli ultimi Studi scientifici è emerso che il Nordic Walking è il miglior alleato per rafforzarsi senza stress ne fisico che mentale.

Per ridurre il rischio di ammalarsi è anche possibile ricorrere ad alcune piante in grado di favorire, in modo naturale, le risposte immunitarie. L’echinacea, i propoli e l’euleuterococco sono soltanto alcune dei prodotti che si possono acquistare in erboristeria e farmacia.

La N.W.P. è sempre attenta e aggiornata sulle ultime novità in campo Medico e Sportivo, per questo ti consigliamo di tenerti informato sul nostro sito: www.nordicwalkingpassion.it – Maestro SINW / Maestro FIDAL / Istruttore Nazionale di Camminata Sportiva = Giulio Piccinini 339 5652848

 

 

 

I 10 segni che ti faranno smettere di mangiare Glutine.

I 10 segni che ti faranno smettere di mangiare Glutine.

La NORDIC WALKING PASSION dopo innumerevoli corsi Medici e di Alimentazione Consiglia di seguire le indicazioni sotto riportate.

Ecco i sintomi da prendere in considerazione:

  1. Problemi nel sistema digerente come gas, gonfiore, diarrea e costipazione. La costipazione è più comune nei bambini dopo aver mangiato il glutine.
  2. Cheratosi pilare (“pelle di pollo” sul retro delle braccia). E ‘il risultato della mancanza di acidi grassi e vitamina A.
  3. Sensazione di stanchezza, confusione o esaurimento dopo aver mangiato cibo con presenza di glutine.
  4. Malattie autoimmuni come tiroidite di Hashimoto, artrite reumatoide, colite ulcerosa, lupus, psoriasi, sclerodermia o sclerosi multipla.
  5. Problemi di equilibrio, vertigini e altri sintomi neurologici. 6. disparità ormonali come PMS, PCOS o sterilità inspiegata.
  6. Mal di testa o emicranie ricorrenti.
  7. Debolezza cronica o la fibromialgia. Queste diagnosi sono diagnosticate dal medico ma non sempre si riesce a trovare il motivo del dolore o della stanchezza. La risposta molto di frequente è proprio l’assunzione di alimenti contenenti glutine.
  8. Irritazione gonfiore o dolore a dita, fianchi o ginocchia.
  9. Problemi di stato d’animo, come ad esempio depressione, ansia, sbalzi d’umore e ADD

Quali sono i test per l’intolleranza al glutine?

C’è un ottimo modo per controllare se si è intolleranti al glutine… Eliminalo dalla tua dieta nelle prossime 2-3 settimane, in seguito consumalo nuovamente.

Devono passare mesi o addirittura anni, prima di poter eliminare definitivamente il glutine presente nel nostro corpo.

Fai una prova, elimina il glutine dai tuoi pasti più a lungo possibile e ne sentirai sicuramente i benefici.

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MANGIARE bene per VIVERE bene:

IL cibo è il nesso tra l’esterno e l’interno, tra il mondo che ci circonda ed il nostro corpo. E’ ciò che ci lega alla natura. Purtroppo sono realmente poche le persone che hanno la consapevolezza che ciò che mangiamo determinerà, insieme ad altri fattori come lo stress, la contaminazione elettromagnetica, al sedentarietà ed i fattori genetici ereditari, se attivati, il nostro stato di salute.

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CARBOIDRATI RAFFINATI SE LI CONOSCI LI EVITI

Pasta, pane, biscotti e cornflakes. Probabilmente questi sono alcuni dei carboidrati che non mancano mai sulla vostra tavola. Fortunatamente però il regno vegetale ci offre anche legumi, ortaggi e frutta. I primi sono prodotti farinacei elaborati dall’uomo attraverso la lavorazione dei cereali, i secondi ce li offre madre natura. In entrambi i casi è importante capire la differenza in termini salutari tra cosa ci conviene mangiare e cosa invece dovremmo evitare. Iniziamo dicendo che i cereali dovrebbero coprire per un buon 55% il nostro fabbisogno energetico giornaliero, il 30% spetta ai grassi e il restante 15% alle proteine. Ma quali cereali dovremmo mangiare? Innanzitutto attenti ai finti cereali da colazione, i famigerati cornflakes. Attraverso pubblicità mirate e studiate a tavolino, sono riusciti a far credere che i cornflakes siano sinonimo di una colazione salutare, nutriente ed equilibrata e per di più dicono servano anche a mantenersi in forma. Ma le cose non stanno così. Se leggessimo le etichette di ciò che compriamo, ci renderemmo conto che i semplici cornflakes vengono accompagnati nel migliore dei casi da zucchero (bianco)estratto di malto d’orzo (il cui potere dolcificante è leggermente minore del saccarosio), sale e una serie di vitamine sintetiche.

Doppia dose di zucchero sotto forma di distinte versioni.  Eppure se per mantenere la linea, ma più in generale per una questione di salute, la prima cosa da eliminare dalla nostra alimentazione è proprio lo zucchero, perché ce lo ritroviamo un po’ dovunque?  Ma soprattutto, se la Commissione Codex Alimentarius ( istituita dalla FAO e dalla OMS, tra i cui scopi c’è la tutela dei consumatori) ha già stabilito, tanto per citare un esempio, che i succhi di frutta non potranno più avere zuccheri aggiunti, perché invece continuare ad aggregarli ai cereali? La risposta sembra alquanto ovvia.  Senza l’aggiunta degli zuccheri, i cereali venduti nei supermercati non li comprerebbe più nessuno. Per non parlare poi della presenza del sale e delle vitamine sintetiche di cui va presa in considerazione non solo la scarsa biodisponibilità rispetto a quelle naturali, ma in alcuni casi anche la loro dannosità. Non basta, infatti, cercare di ricreare la stessa struttura molecolare di una vitamina naturale sperando che sia altrettanto funzionale. E’ la sinergia tra i diversi elementi che fa la differenza.  Per quanto riguarda i biscotti, ( la marca è indifferente, ciò che conta è che li compriate al supermercato) leggendo le etichette, possiamo trovarci sciroppo di glucosio, (una soluzione acquosa concentrata ottenuta industrialmente dalla lavorazione dell’amido del mais, più economico e facile da trasportare in quanto liquido), pannaburrograsso idrogenato e nonagenti lievitanti ed aromi chimici.

Grasso Idrogenato  Tutti ingredienti chiamiamoli secondari, che diventano però i principali responsabili dei chili di troppo e delle malattie metaboliche. Di quest’argomento ci occuperemo nello specifico quando parleremo di quanto siano dannosi per il nostro organismo lo zucchero, i grassi idrogenati e tutti gli additivi utilizzati. Se poi questi cereali e questi biscotti li mangiamo inzuppandoli nel latte, rien ne va plus. Scardinare il mito del latte come alimento basico della nostra alimentazione richiede una serie di chiarimenti e riflessioni, che meritano anch’essi, di essere trattati in un unico ed esaustivo articolo. E adesso vi domanderete come fare colazione? Un’ ipotesi valida, potrebbe essere costituita dai cereali integrali, come fiocchi di orzo, di avena, farro, segale, spelta e frumento. Oppure vero pane integrale e marmellata, l’importante è che quest’ultima non sia industriale.  Il latte vaccino lo possiamo sostituire con latte di riso o di mandorla, per esempio. Ma ritorniamo ai cereali integrali.

Per capire la loro importanza, bisogna comprendere quanto le fibre alimentari siano beneficiose per il nostro organismo. Da un lato favoriscono il senso di sazietà, in quanto assorbendo l’acqua fanno aumentare il volume del contenuto intestinale, dall’altro facilitano la peristalsi intestinale. Combattono quindi la stitichezza e migliorano la flora batterica in quanto la loro assunzione giornaliera fa si che le sostanze nocive presenti nel canale digerente vengano inglobate e quindi successivamente eliminate.  Ma i vantaggi non finiscono qui. Il loro utilizzo viene associato alla diminuzione del rischio di malattie cardiovascolari. Le fibre, infatti, interferiscono nell’assorbimento dei glucidi e dei lipidi riducendo i livelli di colesterolo nel sangue. Diminuisce il rischio di diabete poiché favoriscono la riduzione del glucosio nel sangue e allo stesso tempo evitano i cosiddetti sbalzi glicemici in quanto ne regolano e ne rallentano l’assorbimento. Si riduce il rischio di cancro colorettale, in quanto danno luogo a un transito intestinale accelerato, diminuendo il tempo di contatto della mucosa con eventuali carcinogeni. L’importante è capire che i benefici dei cereali integrali sono associati al consumo di tutte le loro sostanze nutritive. Tali nutrienti se consumati insieme, hanno un effetto sinergico sulla nostra salute. Non vale quindi, come fanno molti, raffinare un prodotto per questioni economiche e poi aggiungervi la crusca solo perché la normativa vigente consente di farlo.  Quindi possiamo individuare l’origine del problema nella raffinazione delle farine. Quella che generalmente si utilizza per la produzione di pastapanepizzabiscotti e tutti i loro sotto prodotti è farina raffinata. E’ la farina 00, il cui utilizzo risponde alla logica del profitto, in quanto, mentre dopo alcuni mesi la farina integrale va a male, quella raffinata si conserva decisamente più a lungo. Inoltre grazie al loro impiego, i prodotti da forno che la contengono hanno una consistenza decisamente più soffice. Quindi se tanto mi da tanto, perché utilizzare quella integrale? Andiamo dritti al grano.

]Il chicco di grano è costituito dalla crusca, che costituisce la parte più esterna e ricca di fibre, dal germe interno, ricco di micronutrienti, e dall’endosperma, ricco di amido.  La crusca e l’embrione essendo facilmente deperibili, rendevano la farina ed i prodotti derivati altrettanto deteriorabili, ragion per cui l’industria alimentare optò per la raffinazione della farina in questione. Purtroppo, così facendo sono venute meno fibre, vitamine e una serie di minerali fondamentali per il corretto funzionamento del nostro organismo.  Di qui l’importanza di consumare alimenti il meno raffinati possibile. La farina 00, come tutti i prodotti raffinati, provoca come abbiamo visto, un aumento della glicemia e il conseguente incremento dell’insulina, fenomeno che nel tempo porta ad un accumulo dei grassi. E’ ormai chiaro che non tutti carboidrati sono uguali e potendo scegliere dovremmo dunque optare per i cereali integrali. Bisogna solo riabituare il palato ormai assuefatto e capire che per l’industria alimentare siamo solo acquirenti, marionette che si aggirano tra gli scaffali dei supermercati. [Image]Passiamo al pane. La prima cosa da fare è evitare di comprarlo negli ipermercati e supermercati perché non ha nulla a che fare con quel prodotto semplice, sano e naturale, a base di farina integrale, acqua e lievito di una volta. In ogni caso leggete sempre le etichette di ciò che comprate. Forse non tutti sanno che un quarto del pane confezionato venduto nei nostri supermercati proviene dai Paesi dell’est, in particolare dalla Romania. E’ precotto, surgelato, riscaldato e costa meno della metà di quello italiano.In Italia, però non essendoci l’obbligo di fornire sull’etichetta del pane la provenienza del prodotto, il consumatore non sa che quello che compra non è un prodotto italiano.  La bontà del pane di una volta è data dalla qualità del prodotto base, dalla farina e dalla sua macinazione, dall’acqua e dalla lievitazione naturale e infine dalla cottura. Purtroppo al giorno d’oggi esistono in commercio semi lavorati e additivi chimici che permettono, con la sola aggiunta di acqua, di ottenere qualsiasi tipo di prodotto da forno.  Sono prodotti a base di stabilizzanti ed emulsionanti, con la caratteristica di durare a lungo rispetto ad un prodotto naturale, grazie ai conservanti di cui sono composti.  In definitiva dovremmo evitare quanto più possibile di comprare nei supermercati e capire che essere consapevoli di ciò che mangiamo ha realmente un ‘importanza decisiva per la nostra salute.

 

 

Non dimenticare mai l'acqua

Non dimenticare mai l'acqua

Nell ‘attività fisica e in allenamento non dimentichiamoci mai l’acqua, ( l’ Equipe Medica della Scuola Italiana Nordic W. ) ha fatto uno studio nel quale si evince che il nostro corpo ha bisogno di bere sotto sforzo ogni 15 minuti, se questo non viene fatto i nostri organi soffriranno di disidratazione ( in qualsiasi stagione ). Per chi voglia ottenere il massimo dai suoi sforzi, consigliamo di aggiungere sali minerali nella Borraccia ( comunemente in vendita nelle Farmacie o para Farmacie ).   Cinture e zainetti portaborraccia sono la scelta migliore per essere comodi e per muoversi senza problemi.

Mantieniti informato su www.nordicwalkingpassion.it – Maestro SINW / Maestro FIDAL = Giulio Piccinini 339 5652848

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SMETTERE di utilizzare prodotti con Farina Bianca:

SMETTERE di utilizzare prodotti con Farina Bianca:

Ecco perchè bisognerebbe smettere di usare i prodotti a base di Farina Bianca:

La colla si attacca alle pareti intestinali, rallentano il flusso del cibo, generando fermentazioni (degli zuccheri) e putrefazioni (delle proteine) e quindi un aumento delle tossine nel corpo che provoca stanchezza, nervosismo, mal di testa, malassorbimento dei nutrienti, predisposizione alle malattie e nel lungo tempo può essere causa di problemi davvero seri.

Che la farina bianca formi una colla è facile da scoprire: basta mescolarla con un po d’acqua e vedere come rimane appiccicata alle mani e si indurisca. Viene chiamata Colla di Farina ed è usata per la produzione di cartapesta e lavori fai da te.

IL NOSTRO ORGANISMO E’ COME UN SISTEMA IDRAULICO

“Se osserviamo il corpo umano noteremo che ospita un complicatissimo apparato idraulico, con una grande quantità di tubi e tubicini in cui circolano i liquidi del corpo: principalmente sangue e linfa. Vi sono alcuni alimenti che, durante la digestione,diventano una specie di colla, detta muco, capace di attaccarsi alle pareti intestinali ed altre condutture organiche, e ricoprirle con uno strato sempre più spesso.

Il muco intestinale, sostanzialmente, è il risultato di anni ed anni di accumulo di sostante organiche collose sulle pareti dell’intestino. Si pensi che, mediante autopsia, si è riscontrata in certe persone una presenza di muco ammontante fino a 7-8 kg.” Prof. Arnold Ehret, autore di best-seller mondiali sull’alimentazione.

L’INTESTINO E’ LA CHIAVE DELLA SALUTE In questa sorta di colla trovano riparo e proliferano i parassiti e la Candida (un lievito molto pericoloso per la nostra salute). Questi prodotti a base di farina e zucchero alimentano e fanno sviluppare la flora batterica nociva con conseguenze enormi. Questo squilibrio intestinale genera moltissimi problemi. Il famoso medico americano Norman Walker affermava che tutte le malattie hanno inizio dall’intestino. Infatti in esso troviamo la maggior parte del sistema immunitario, è l’apparato che ci fornisce di energia e che digerisce e produce lo scarto a partire dal cibo. Se l’apparato gastro-intestinale smette di funzionare tutta la nostra vita fisica e mentale ne sarà enormemente danneggiata. Infatti è stato dimostrato che il nostro umore dipende dalla flora batterica e la serotonina, l’ormone del benessere, è prodotta per il 95% proprio a livello intestinale.

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E’ ufficiale: il glifosato contenuto nella pasta provoca la Sla e il morbo di Alzheimer

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Lo si può leggere in uno studio del Massachusetts Institute of Technology (Mit). La seconda notizia, non meno importante della prima, è che l’associazione di produttori di grano duro del Sud Italia GranoSalus promuoverà autonomamente l’analisi chimica sui prodotti derivati dal grano (pasta, pane e altro). E li renderà pubblici pubblicandoli sulla rete. Sapremo finalmente quale pasta (e quale pane) mangiare. E, soprattutto, quale pasta non dovremo mai più acquistare (con riferimento – con molta probabilità – ai marchi altisonanti e super pubblicizzati ).  

E’ ufficiale: i derivati del grano al glifosato (o glyphosate, secondo il termine scientifico) – e cioè pasta, pane e altro ancora – provocano danni alla salute umana. La cosa è nota da tempo, ma adesso è disponibile uno studio Massachusetts Institute of Technology (Mit). Il glifosato presente nella pasta e nel pane può provocare malattie gravi: diabete, obesità, asma, morbo di Alzheimer, sclerosi laterale amiotrofica (Sla), e il morbo di Parkinson (come potete leggere qui).

Attenzione, insomma, soprattutto alla pasta che acquistiamo nei supermercati. Soprattutto la pasta prodotta con i grani duri canadesi, ma non solo anche quelli dei Paesi dell’Est, che sono letteralmente pieni di glifosato. Perché i grani duri canadesi contengono percentuali elevate di glifosato l’abbiamo raccontato in questo articolo.

Quello che oggi vogliamo approfondire è un tema delicatissimo, che riguarda la nostra salute. Tema legato al pane e, soprattutto, alla pasta che, ogni giorno, andiamo ad acquistare nei supermercati o negli stessi negozi artigianali. E’ la pasta dei grandi marchi, quella che viene promossa con pubblicità martellante sui mezzi d’informazione. Ebbene, attenzione, perché questa pasta prodotta con i grani pieni di glifosato può provocare danni seri al nostro organismo.

Non è una nostra opinione ma, come già accennato, sono i risultati di uno studio dettagliato effettuato da due scienziati, Anthony Samsel e Stephanie Seneff, del Massachusetts Institute of Technology (Mit) Leggiamo insieme cosa scrive Stephen Frantz, considerazioni riportate dal sito Beyondpesticides.org“Quando una cellula sta cercando di formare le proteine, può afferrare il glifosato invece della glicina e formare una proteina danneggiata. Dopo di che èil caos medico. Dove il glifosato sostituisce la glicina, la cellula non può più comportarsi come al solito, provocando conseguenze imprevedibili con molte malattie e disturbi conseguenti”.

La notizia dello studio messo a punto dagli scienziati del Massachusetts Institute of Technology (Mit) arriva proprio quando un nutrito gruppo di produttori di grano duro del Sud Italia, stanchi di subire i prezzi imposti dalle multinazionali (in particolare, dal Chicago Board of Trade, che è il più importante mercato di cereali del mondo), ha deciso di passare al contrattacco per informare direttamente i cittadini. Per ora, lo ricordiamo, i cittadini non sono informati. Tutti noi acquistiamo la pasta nei supermercati, ma non sappiamo con che grano duro è stata prodotta tale pasta. Ebbene, i produttori di grano duro del Sud del Sud Italia (soprattutto della Puglia, della Sicilia e della Basilicata) hanno dato vita a un’associazione –GranoSalus – e hanno annunciato che inizieranno ad effettuare le analisi chimiche su tutti i derivati del grano: pasta, pane e via continuando.

E renderanno noti, sulla rete, i risultati di tali analisi. (Vi consigliamo questo video che spiega molto bene cosa si sta facendo). Potete stare certi, cari lettori, che quello che verrà fuori da queste analisi potrebbe avere effetti devastanti. Perché finalmente conosceremo che cosa c’è nella pasta, nel pane e, in generale, in tutti i prodotti derivati dal grano. Per noi che viviamo nel Sud Italia sarà un test importantissimo. Perché, nel Mezzogiorno, tradizionalmente, il consumo di pasta, da parte delle famiglie, è di gran lunga maggiore rispetto alle famiglie del Centro e del Nord Italia. Di conseguenza, noi meridionali siamo più esposti, a ungo andare, a queste malattie. Finalmente qualcuno ci comunicherà i dati ufficiali sull’eventuale presenza nel pane e – soprattutto – nella pasta di veleni chimici, a cominciare dal glifosato, che sono responsabili di malattie gravissime. Quello che avrebbero dovuto fare lo Stato – e quello che avrebbero dovuto fare le Regioni – a cominciare dalla Regione siciliana (magari in collaborazione con le due facoltà di Agraria della nostra Isola) – lo faranno gli stessi agricoltori. Una sconfitta per la politica italiana.

E una grande vittoria dei cittadini che ormai non sanno proprio che farsene di questa vecchia politica italiana al servizio delle multinazionali! Che consigli dare ai consumatori e, in particolare, alle famiglie del Sud Italia e della Sicilia? Non acquistate più la pasta dei grandi marchi fino a quando GranoSalus non comincerà a rendere noti i risultati delle analisi. Cercate fin da ora di acquistare la pasta prodotta in Sicilia.    

aggiornamento, l’intervista:

Grano duro, Saverio De Bonis: “L’UE non tutela la salute degli italiani”

                                                         AGGIORNAMENTO del 14 SETTEMBRE 2016     articolo di: Giulio Ambrosetti

 

Cerchiamo sempre di essere attenti e aggiornati sulle ultime novità in campo Sportivo e Medico, per questo ti consigliamo di mantenerti informato su www.nordicwalkingpassion.it – Maestro SINW – FIDAL – Istruttore Nazionale di Camminata Sportiva = Giulio Piccinini 339 5652848

A passeggio coi bastoncini, terapia dopo il cancro

A passeggio coi bastoncini, terapia dopo il cancro

La NORDIC WALKING PASSION asd  sempre attenta e aggiornata sulle ultime novità in campo  Medico e Sportivo, consiglia di leggere l’articolo sotto riportato.

La Lilt promuove il “Nordic Walking”. Coser: «Aiuta a riprendersi il corpo»

La LILT di Bolzano – da sempre attiva verso le terapie riabilitative dei pazienti oncologici – lancia una campagna per far conoscere i benefici che la camminata nordica ha sulle pazienti che, dopo le cure chemioterapiche e radiologiche, cercano di riprendere possesso del proprio corpo e della propria salute.

«In quest’ottica – ha sottolineato il presidente Paolo Coser, primario emerito di Ematologia del San Mauricio – il Nordic Walking va inteso sia come un’attività di riabilitazione psico-fisica sia come educazione verso il vivere sano». Per questo verranno organizzati dei corsi dedicati esclusivamente alle pazienti. All’incontro hanno preso parte alcuni istruttori della Scuola Italiana Nordic Walking cui fa capo l’Associazione Nordic Walking Alto Adige (i maestri bolzanini Carlo Benvenuti, Dora Spoto, Letizia Flaim e Emanuela Martini)) che hanno illustrato i punti cardine di quello che è uno sport completo a tutti gli effetti, poiché grazie all’uso dei bastoncini – che hanno la funzione di dare la spinta – si mette in moto anche la parte superiore del corpo. Praticare questo sport porta giovamento soprattutto alla postura e al sistema cardio-vascolare oltre che al buon umore visto che durante l’attività vengono liberati degli ormoni – come l’endorfina e la serotonina – in grado di contrastare l’ansia e la depressione.

La scelta della Lilt di diffondere e far conoscere il Nordic Walking è legata anche al benessere interiore che questo sport crea. Camminare all’aria aperta, con il sole e in compagnia di altre persone, fa bene al corpo ma soprattutto all’umore di chi sta affrontando la riabilitazione oncologica.

A testimoniare l’importanza che il Nordic Walking può avere nella lotta contro i tumori e soprattutto nel periodo successivo alle invadentissime terapie oncologiche, alla conferenza è intervenuta anche Maria Grazia Pastore, che ha vissuto quest’esperienza sulla propria pelle. Sette anni fa, dopo l’asportazione di un tumore al seno ha ritrovato la gioia di vivere grazie al Nordic Walking per questo, attraverso il libro e la testimonianza diretta, vuole condividere la sua storia con chi combatte e lotta contro il cancro.

Dopo le terapie, quando i medici comunicano la guarigione e tutto sembra essere passato, bisogna fare i conti con un corpo che richiede cura e attenzione. «Avevo difficoltà nell’articolazione della spalla, come per tutte le donne che hanno subito l’asportazione di un carcinoma al seno, e il non poter fare i gesti più semplici mi demoralizzava; ho provato a fare nuoto, sotto il consiglio di un medico, ma non riuscivo a tenermi a galla e questo mi mandava ancora più giù. Sono andata in montagna a cercare di rigenerarmi e lì per caso ho provato una lezione di Nordic Walking: il braccio oscillava e la spalla, che prima non muovevo, piano piano ha ripreso a funzionare. Tutto questo mi ha fatta rinascere: ho continuato le lezioni, le camminate, sono diventata anche maestra di Nordic Walking, perché ogni passo è un sorriso che allunga la vita”.       di Antonella Russo

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