Il sito di Nordic Walking Passion
Benvenuti nel sito ufficiale di Nordic Walking Passion! Qui troverete le nostre iniziative, le uscite, le curiosità e le news riguardanti le nostre attività ed il mondo dello Sport e dell’Alimentazione generale e sportiva. L’obiettivo è far conoscere a tutti cos’è il Benessere alla portata di tutti, promuoviamo gli sport che si praticano all’aria aperta e a qualsiasi età. Il vostro corpo sarà scandito da un nuovo ritmo! Scriveteci per qualsiasi informazione o per suggerimenti, p.s.= non dimenticate di scuriosare nelle nostre sezioni principali, troverete sicuramente moltissime cose interessanti..
Il Nordic Walking della SCUOLA ITALIANA N.W. SINW è affiliata alla Federazione Italiana di Atletica Leggera e come tale ha maestri federali e scuole già in molte regioni italiane. Ora non rimane che provare per credere!
Per Iscrizioni o chiarimenti scrivete nella sezione Contatti = oppure tel. al n° 339 5652848 Maestro SINW – Maestro FIDAL Giulio Piccinini
la Nordic Walking Passion a.s.d. è lieta di informarvi che il Presidente della stessa ha conseguito un’ulteriore Diploma di Istruttore per ampliare le attività outdoor, nello specifico per la Camminata Sportiva ” rivolta al tutte le persone che vogliono fare attività fisica all’aria aperta e che vogliono aumentare le prestazioni personali .
Tutti pensano che camminare sia una cosa semplice e ovvia ma al contrario solo gli esperti sanno come trasmettere le tecniche giuste e più efficienti per ottenere dal proprio fisico le performances migliori.
Informazioni presso = www.nordicwalkingpassion.it alla rubrica contatti contatti oppure telefonando all’ Istruttore Nazionale di CAMMINATA SPORTIVA = Giulio Piccinini 339 5652848
Faxsimile da utilizzare per = Certificato di idoneità NON agonistico
Faxsimile da utilizzare per = Certificato di idoneità AGONISTICO
Regolamentazione Nazionale per Tesseramento asd N.W.P. e normative varie.
La NORDIC WALKING PASSION asd è lieta di aggiornarvi sulle ultime regolamentazioni per potere svolgere attività sportiva in perfetta regola con le normative Nazionali.
Per potere partecipare agli allenamenti o camminate itineranti i non Soci debbono presentare il certificato medico di Buona Salute con esito ECG sotto sforzo ( Gazzetta Ufficiale n° 169 del 20 luglio 2013 il decreto ministeriale 24 aprile 2013 recante “ Disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica o agonistica e amatoriale .”Decreto Balduzzi “. ) + fornire tutti i dati necessari per il Tesseramento Assicurativo della N.W.P. asd dal costo annuo di € 15,00.
Informiamo che il modulo quivi riportato è l’unico ufficialmente valido ai fini Assicurativi
Faxsimile Certificato Medico = 1346-Pagine_da_Decreto_Balduzzi_-_Allegato_C
Le associazioni per essere in regola con le normative Giuridiche in materia di privacy e per potersi iscriversi ai corsi di N.W. sono obbligate a ritirare i moduli a seguito riportati debitamente compilati e firmati:
INFORMATIVA dati PERSONALI § § § ISCRIZIONI CORSI e TESSERAMENTO
( Purtroppo vorremmo per primi evitare cosi tanta burocrazia ma in Italia per essere in regola bisogna adeguarsi a quanto elencato sopra e per questo siamo SPIACENTI ma a causa di vari decreti sopra riportati in vigore da Gennaio 2016, le persone SPROVVISTE di una delle documentazioni sopra elencate e per chi NON ACCONSENTE al trattamento dei dati personali, non potranno partecipare ).
Per maggiori Informazioni – Iscrizioni presso = www.nordicwalkingpassion.it alla rubrica contatti contatti oppure telefonando al Maestro SINW – Maestro FIDAL – Istruttore Nazionale di Camminata Sportiva = Giulio Piccinini 339 5652848
04 APRILE 2018 " l'Oncologia sposa i BENEFICI del Nordic Walking "
L’Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene che la prevenzione debba diventare il migliore strumento per vivere meglio e per abbassare i costi della Sanità stessa.
La NORDIC WALKING PASSION asd sempre attenta e aggiornata sulle ultime ricerche in campo Medico e Sportivo, ha riconfermato la collaborazione offertagli dall’Associazione Per Vincere Domani di Sassuolo ( MO ) per promuovere i molteplici benefici del Nordic Walking e della corretta Alimentazione nella serata che si svolgerà il 04 APRILE 2018.
Presenziano:
Dott. Maurizio Agradi = Alimentazione presso Ospedale di Sassuolo
Maestro Giulio Piccinini = Referente Sportivo per il Nordic Walking
presso il distretto Polifunzionale di via Mazzini 164 a Sassuolo ( MO ), promuoveranno il movimento sportivo e nello specifico il Nordic Walking, si dibatterà sulla corretta Alimentazione per mantenerci in salute, specificando tutti i benefici che comporta a livello Cardiologico – Oncologico -prevenzione del Diabete e di molte altre patologie che si possono incontrare nel nostro percorso di vita.
Saranno illustrate le ultime ricerche con le direttive sui temi specifici della serata e termineremo con consigli tecnici sulle attrezzature cercando di rispondere a tutte le curiosità generali del pubblico.
Un team di professionisti con l’associazione Per Vincere Domani e con la Nordic Walking Passion vi aspettano numerosi per questa serata di sicuro interesse generale e ricorda tu vivi nel tuo corpo impara a rispettarlo per vivere al meglio.
Per mantenersi informati segui = www.nordicwalkingpassion.it
Per maggiori Informazioni telefonando al Maestro SINW – Allenatore FIDAL – Istruttore Nazionale di Camminata Sportiva = Giulio Piccinini 339 5652848 oppure contattando:
Associazione PER VINCERE DOMANI O.N.LU.S
Via Francesco Ruini, 2
41049 Sassuolo (Mo)
Tel. +39.0536.846273
Fax +39.0536.846180
Operatività Segreteria Associazione: Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì e Venerdì dalle 08:30 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 18:30
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Grande soddisfazione personale per il successo ottenuto alle presentazioni promosse dall’Associazione PER VINCERE DOMANI di SASSUOLO e della ass.ne SENOnALTRO di Regggio Emilia.
Un grande ringraziamento ai responsabili delle associazioni Sig.ra PISTONI PAOLA di Sassuolo e al al Dott. Guglielmo Ferrari di Reggio Emilia, i quali mi hanno permesso di elencare tutti i benefici delle attività sportive e in particolare del Nordic Walking.
L’iniziativà prosegue con i Corsi per apprendere la tecnica, nel caso vogliate IscriverVi potete RivolgerVi direttamente al sottoscritto Giulio Piccinini scrivendo nella sezione contatti o telefonando al n° 339 5652848.
L’equipe Medica Oncologica Ospedale nuovo di Sassuolo e dell’Ospedale Santa Maria di Reggio Emilia consigliano alle loro pazienti ( dopo l’iter Ospedaliero ) un Maestro certificato nelle problematiche sopra elencate.
Cerchiamo sempre di essere attenti e aggiornati sulle ultime novità in campo Sportivo e Medico, per questo ti consigliamo di mantenerti informato su www.nordicwalkingpassion.it – Maestro SINW / Maestro FIDAL = Giulio Piccinini 339 5652848
La O.M.S. afferma che l’ESERCIZIO FISICO PROTEGGE dai TUMORI.
La NORDIC WALKING PASSION asd sempre attenta e aggiornata sulle ultime novità in campo Medico e Sportivo, consiglia di leggere l’articolo sotto riportato.
” L’ESERCIZIO FISICO PROTEGGE DAL TUMORE “
Lo sostiene una ricerca dell’Università di Copenhagen sui topi. Meno casi e prognosi migliore. Effetto positivo anche in caso di attacchi cardiaci
POTREBBE essere l’adrenalina il segreto dell’effetto protettivo dell’attività fisica nei confronti del cancro. Lo afferma uno studio, per ora solo sui topi, pubblicato da Cell Metabolism, il primo a indagare sui meccanismi molecolari di questo fenomeno. Secondo studi precedenti, chi fa regolare esercizio fisico ha sia una minore probabilità di avere un cancro che una maggiore sopravvivenza. Diversi studi in passato hanno messo in relazione lo sport e l’insorgenza di tumori. I ricercatori dell’università di Copenhagen hanno impiantato cellule di melanoma in due gruppi di topi, uno con nella gabbia delle ruote, mentre l’altro senza possibilità di fare esercizio. Gli animali del primo gruppo dopo un mese hanno avuto molti meno tumori e anche meno metastasi. Dalle analisi del sangue è emerso che nei corridori c’era un maggior tasso di adrenalina, di una molecola chiamata interleuchina 6 e di un componente del sistema immunitario. Un esperimento successivo ha stabilito che è proprio l’adrenalina la principale responsabile della protezione, perché con la sua presenza favorisce la formazione delle altre due molecole. “Con questi risultati dimostriamo che i topi che fanno esercizio fisico hanno visto una riduzione del cancro – spiga Pernille Hojman, ricercatrice dell’università di Copenhagen – . Ma i topi non sono persone ed è impossibile dire se il meccanismo si applica anche all’uomo, anche se è noto che l’esercizio, specialmente quello moderatamente intenso, aumenta la produzione di adrenalina”. Oltre che a proteggere parzialmente dal cancro, l’esercizio sembra avere un effetto benefico anche sugli attacchi cardiaci. Secondo un altro studio pubblicato dall’American Journal of Medicine, il rischio di depressione, che è triplo negli infartuati rispetto a chi non ha avuto attacchi, è dimezzato nelle persone atletiche, e cala anche se si inizia a fare sport dopo l’evento. Del ruolo che l’attività fisica avrebbe nei confronti dei tumori si parla da tempo. Va detto che alcuni tipi di cancro sono sensibili agli effetti del movimento, che ne riduce l’incidenza. La relazione diretta è stata dimostrata per il cancro del colon, dell’endometrio e del seno, mentre per altri, come quello della prostata, i dati non sono ancora sufficienti per trarre conclusioni definitive. Va detto però, com ricorda l’Airc, che il meccanismo per cui lo sport esercita un’azione anticancro non è ancora del tutto chiaro per alcuni tumori. Va ricordato che l’esercizio è utile per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e per evitare l’osteoporosi.
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DIETA SBAGLIATA CAUSA IL 30% DEI TUMORI….
IL 30% dei casi di tumore nasce a tavola. La prevenzione oncologica deve passare anche dall’insegnamento di una dieta corretta, a partire dalla scuola dell’obbligo, dove andrebbero istituiti corsi di educazione specifici. “Anche i troppi grassi e la poca frutta e verdura poi nuociono gravemente alla salute e aumentano il rischio di tumore proprio come le sigarette”, spiega Michele Carruba Direttore del Centro Studi e Ricerche sull’Obesità dell’Università di Milano e co-presidente del convegno nazionale Spazio e nutrizione di oncologi e nutrizionisti che si chiude oggi a Milano e che ha visto la partecipazione di oltre 300 esperti provenienti da tutta Italia. i tumori collegati all’alimentazione. Le neoplasie più influenzate da quello che mangiamo e dai chili di troppo sono al colon retto, mammella, pancreas, fegato, ovaio, rene, esofago, cervice e utero. Il nostro Paese è una delle patrie della dieta mediterranea eppure abbiamo il primato europeo di sovrappeso infantile. Il 12% dei bambini italiani è addirittura obeso. Se vogliamo invertire questa tendenza dobbiamo promuovere maggiormente la cultura della giusta alimentazione tra tutta la popolazione. La dieta per i pazienti. A Milano una sessione è stata dedicata al tema della dieta per il paziente oncologico. “La malnutrizione interessa l’80% dei malati – aggiunge il professore Francesco Cognetti presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro e relatore al convegno organizzato nella città meneghina -. Il cancro indebolisce tutto il nostro organismo, provoca un calo dell’appetito e quindi anche della qualità e quantità dell’alimentazione. Esistono poi gli effetti collaterali delle cure che spesso interessano proprio l’apparato gastro-intestinale. La dieta durante la patologia neoplastica deve perciò essere adatta alla situazione clinica”. Alleanza fra oncologo e nutrizionistra. “Nei nostri ospedali c’è bisogno di una sempre più forte alleanza e collaborazione tra oncologo e nutrizionista – sottolineano i Carruba e Cognetti -. Insieme questi due specialisti devono aiutare il malato a scegliere i cibi più appropriati e risolvere così i molti problemi legati all’alimentazione durante e dopo le cure anti-tumorali. In questo modo possiamo non solo migliorare la qualità di vita generale del paziente ma anche la risposta positiva dell’organismo alla neoplasia”.
Mantieniti informato su www.nordicwalkingpassion.it – Maestro SINW / Maestro FIDAL = Giulio Piccinini 339 5652848
A passeggio coi bastoncini, terapia dopo il cancro
La NORDIC WALKING PASSION asd sempre attenta e aggiornata sulle ultime novità in campo Medico e Sportivo, consiglia di leggere l’articolo sotto riportato.
La Lilt promuove il “Nordic Walking”. Coser: «Aiuta a riprendersi il corpo»
La LILT di Bolzano – da sempre attiva verso le terapie riabilitative dei pazienti oncologici – lancia una campagna per far conoscere i benefici che la camminata nordica ha sulle pazienti che, dopo le cure chemioterapiche e radiologiche, cercano di riprendere possesso del proprio corpo e della propria salute.
«In quest’ottica – ha sottolineato il presidente Paolo Coser, primario emerito di Ematologia del San Mauricio – il Nordic Walking va inteso sia come un’attività di riabilitazione psico-fisica sia come educazione verso il vivere sano». Per questo verranno organizzati dei corsi dedicati esclusivamente alle pazienti. All’incontro hanno preso parte alcuni istruttori della Scuola Italiana Nordic Walking cui fa capo l’Associazione Nordic Walking Alto Adige (i maestri bolzanini Carlo Benvenuti, Dora Spoto, Letizia Flaim e Emanuela Martini)) che hanno illustrato i punti cardine di quello che è uno sport completo a tutti gli effetti, poiché grazie all’uso dei bastoncini – che hanno la funzione di dare la spinta – si mette in moto anche la parte superiore del corpo. Praticare questo sport porta giovamento soprattutto alla postura e al sistema cardio-vascolare oltre che al buon umore visto che durante l’attività vengono liberati degli ormoni – come l’endorfina e la serotonina – in grado di contrastare l’ansia e la depressione.
La scelta della Lilt di diffondere e far conoscere il Nordic Walking è legata anche al benessere interiore che questo sport crea. Camminare all’aria aperta, con il sole e in compagnia di altre persone, fa bene al corpo ma soprattutto all’umore di chi sta affrontando la riabilitazione oncologica.
A testimoniare l’importanza che il Nordic Walking può avere nella lotta contro i tumori e soprattutto nel periodo successivo alle invadentissime terapie oncologiche, alla conferenza è intervenuta anche Maria Grazia Pastore, che ha vissuto quest’esperienza sulla propria pelle. Sette anni fa, dopo l’asportazione di un tumore al seno ha ritrovato la gioia di vivere grazie al Nordic Walking per questo, attraverso il libro e la testimonianza diretta, vuole condividere la sua storia con chi combatte e lotta contro il cancro.
Dopo le terapie, quando i medici comunicano la guarigione e tutto sembra essere passato, bisogna fare i conti con un corpo che richiede cura e attenzione. «Avevo difficoltà nell’articolazione della spalla, come per tutte le donne che hanno subito l’asportazione di un carcinoma al seno, e il non poter fare i gesti più semplici mi demoralizzava; ho provato a fare nuoto, sotto il consiglio di un medico, ma non riuscivo a tenermi a galla e questo mi mandava ancora più giù. Sono andata in montagna a cercare di rigenerarmi e lì per caso ho provato una lezione di Nordic Walking: il braccio oscillava e la spalla, che prima non muovevo, piano piano ha ripreso a funzionare. Tutto questo mi ha fatta rinascere: ho continuato le lezioni, le camminate, sono diventata anche maestra di Nordic Walking, perché ogni passo è un sorriso che allunga la vita”. di Antonella Russo
Mantieniti informata su www.nordicwalkingpassion.it – Maestro SINW – FIDAL = Giulio Piccinini 339 5652848 Istruttore Nazionale di Camminata Sportiva.
L'attività sportiva 'abbatte' il rischio per 13 tipi di tumore
La NORDIC WALKING PASSION dopo innumerevoli corsi specialistici in campo Medico e di Alimentazione Consiglia di seguire le indicazioni sotto riportate, riportando l’ultimo studio della National Cancer Institute Usa.
È la tesi finale di uno studio del National Cancer Institute Usa che ha preso in esame dati di 1,4 milioni di persone tra Europa e Stati Uniti: chi fa esercizio fisico ha il 7% di probabilità in meno di ammalarsi, ma in un quarto delle neoplasie il rischio crolla di oltre il 20% fino al -42% dell’adenocarcinoma all’esofago. L’eccezione della prostata (+5%)
LO SPORT e l’attività fisica in generale proteggono dalla comparsa dei tumori e le ore trascorse in palestra potrebbero rappresentare un importante scudo anti-cancro. Lo suggerisce uno studio del National Cancer Institute statunitense appena pubblicato su JAMA Internal Medicine. Lo studio. La ricerca ha esaminato i dati relativi a 1,4 milioni di persone, che avevano preso parte a 12 studi europei e americani dal 1987 al 2004, mettendo in correlazione il grado di attività fisica da loro riferito con l’incidenza di 26 tipi diversi di tumore. Nel corso di un follow up medio di 11 anni sono emersi 186.932 casi di cancro e dal confronto tra chi riferiva un maggior impegno sul fronte dell’attività fisica e i sedentari è emerso che i più attivi presentavano un’incidenza più bassa di 13 tipi di tumore, sui 26 presi in considerazione. In particolare, i più sportivi presentavano una minor incidenza di adenocarcinoma dell’esofago (- 42%), di tumore del fegato (-27%), delpolmone (-26%), del rene (-23%), dello stomaco a livello del cardias (-22%), dell’endometrio (-21%), della leucemia mieloide (-20%), di mieloma (-17%), ditumore del colon (-16%), di tumori della testa collo (-15%), di tumore del retto (-13%), della vescica (-13%) e della mammella (-10%). L’effetto protettivo dell’attività sportiva contro il tumore rimane evidente anche dopo aver considerato la dieta e l’eventuale status di fumatore dei partecipanti. Addirittura, nel caso dei tumori di polmone ed endometrio, l’attività fisica è risultata ancor più protettiva nei soggetti in sovrappeso e obesi. Complessivamente, concludono gli autori, chi fa sport ha il 7% di rischio in meno di ammalarsi di tumore, ma in un quarto dei tumori considerati la riduzione del rischio supera il 20%. Leggi: Tutto lo sport che ci protegge dalla malattia Le eccezioni. Solo per due neoplasie l’attività fisica ha dimostrato di avere un effetto ‘negativo’, quello della prostata (+5%) e soprattutto nel melanoma maligno (+27%). Almeno in quest’ultimo caso però la colpa è facilmente attribuibile non all’attività sportiva, ma ai raggi del sole visto che il dato è riferibile solo agli stati statunitensi più soleggiati, quelli cioè con i più elevati livelli di radiazione ultravioletta. In questo caso il consiglio è quello di ricordare sempre di proteggersi con adeguati filtri solari durante le attività sportive all’aria aperta. I limiti. Lo studio presenta sicuramente dei limiti, come il fatto che tutte le informazioni su attività fisica, dieta e fumo sono state auto-riferite dai partecipanti e questo che espone ad un certo margine di errore. Tuttavia, vista la grande mole di dati esaminati e la chiara evidenza di un effetto protettivo, gli autori sostengono che i risultati di questo studio spezzano senz’altro una lancia a favore dell’attività fisica come importante mezzo di prevenzione oncologica. “Siamo di fronte a uno studio importante, su numeri molto grandi – commenta Pierfranco Conte, professore di oncologia dell’Università di Padova e direttore dell’Oncologia medica 2 dell’Istituto Oncologico Veneto – che conferma le evidenze che si stanno accumulando da alcuni anni e cioè che un sano stile di vita (dieta sana, attività fisica, non fumare) sono dei fattori determinanti per quanto riguarda la protezione dal rischio di ammalarsi di tumore”. I meccanismi nebulosi. Non è chiaro attraverso quali meccanismi l’attività fisica eserciti il suo effetto protettivo nei confronti del tumore e questo rappresenta un interessante filone di ricerca, non solo per legittimare ulteriormente la raccomandazione di muoversi in tutti i modi possibile e praticare sport in maniera costante, ma anche per individuare possibili nuovi bersagli molecolari di trattamento. “Comprendere questi meccanismi – riflette Conte – potrebbe aiutarci a mettere in atto delle procedure di intervento preventivo ancora più mirate. Tra le ipotesi di questo beneficio c’è che chi fa attività fisica, normalmente è anche più attento alla dieta e al peso. È noto inoltre che l’attività fisica influenza il sistema endocrino, quindi la produzione di ormoni e lo stato di attivazione del sistema immunitario.” La dose giusta. Resta, infine, ancora da definire con precisione la ‘dosè e le modalità più protettive dello sport anti-tumore. Le attuali linee guida sull’attività fisica riguardano soprattutto aspetti di prevenzione cardiovascolare, ma per contrastare il tumore potrebbe essere necessario alzare un po’ il tiro e muoversi dunque di più, iniziando a fare sport il più precocemente possibile nel corso della vita. Bisogna iniziare da giovani. “Sono soprattutto medici di medicina generale e pediatri di famiglia – sostiene Conte – a poter veicolare questo importante messaggio educazionale in grado di raggiungere tutta la popolazione: dieta e attività fisica fanno bene non solo per prevenire le malattie di cuore e il diabete, ma anche i tumori. Un messaggio che andrebbe insegnato anche nel corso di laurea di medicina. Va sottolineato che diminuire del 20% l’incidenza di tumore equivale all’effetto terapeutico di molte terapie oncologiche usate in senso preventivo o come terapia adiuvante. Significa che lo stile di vita, in termini di riduzione del rischio di tumore, può avere lo stesso impatto delle terapie oggi disponibili; si tratta dunque di uno strumento assolutamente importante. Addirittura alcuni dati iniziali suggeriscono che anche le donne con la mutazione BRCA 1 e 2, ad altissimo rischio dunque di tumore dell’ovaio e della mammella, possono trarre benefici, in termini della riduzione di questo rischio, da un sano stile di vita, che comprenda l’attività fisica”. La mancanza di movimento. Secondo stime del World Cancer Research Fund, il 20-25% dei casi di tumore sarebbe attribuibile a un bilancio energetico ‘troppo’ positivo: in pratica al troppo mangiare e alla sedentarietà. “Ci sono numerose evidenze scientifiche che dimostrano come il movimento sia un efficace strumento di prevenzione oncologica”, spiega Paolo Marchetti, direttore del Dipartimento di oncologia medica presso l’Ospedale Sant’Andrea di Roma. “Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, una percentuale che varia dal 9 al 19% di tutti i tumori è attribuibile proprio alla mancanza di movimento”. I numeri del tumore e lo sport giusto. In Italia si contano ogni anno circa 363.000 nuovi casi di tumore e 177.000 decessi correlati a tumori. Nonostante i tanti progressi delle terapie, la prevenzione, come quella che si ottiene attraverso uno stile di vita adeguato, resta una strategia irrinunciabile e permette di evitare un significativo numero di tumori. Il mantra della prevenzione efficace e low-cost è dunque: dieta sana, vaccinazioni preventive, smettere di fumare, proteggere la pelle dai raggi del sole. E fare tanto sport. Ma quali sono le attività fisiche più benefiche? Gli esperti concordano sul fatto che, per avere un effetto preventivo, siano soprattutto le attività aerobiche a dare maggiori benefici perché aumentano la frequenza cardiaca. Via libera dunque a passeggiate, escursioni in montagna, percorsi in bicicletta, nuoto e corsi in palestra. Quante volte esercitarsi? “Per ridurre l’insorgenza dei tumori – precisa Marchetti – l’Oms raccomanda 30-60 minuti di attività moderata-intensa almeno 5 volte a settimana”. Anche se molto, naturalmente, dipende dal livello di forma fisica e di allenamento individuale.
Cerchiamo sempre di essere attenti e aggiornati sulle ultime novità in campo Sportivo e Medico, per questo ti consigliamo di mantenerti informato su www.nordicwalkingpassion.it – Maestro SINW – Maestro FIDAL – Istruttore Nazionale di Camminata Sportiva= Giulio Piccinini 339 5652848
Debellare l'ICTUS - ALIMENTAZIONE e SPORT connubbio perfetto
La Nordic Walking Passion insieme allo Studio di Naturopatia della Dott.ssa MONICA SPELTA insegnano i metodi migliori per raggiungere il Benessere utilizzando l’attività Sportiva e con la giusta Alimentazione.
l’Ente mondiale della Sanità e il Ministero della Salute Italiano dopo uno studio fatto su quasi 1.000.000 di persone afferma che praticare Sport e migliorare l’Alimentazione
è il metodo più efficace per rimanere in Buona Salute. Per questo motivo la collaborazione sopra evidenziata è Garanzia di risultati ampiamente provati.
Per ulteriori informazioni : D.ssa Monica Spelta tel 320 4676288 /§/ Maestro SINW – FIDAL Giulio Piccinini 339 5652848
Ictus, 3/4 casi nel mondo colpa degli stili di vita sbagliati
Male ampiamente prevenibile:
Adottare abitudini sane come smettere di fumare, mangiare frutta e verdura e fare sport può prevenire a livello globale ben 3 ictus su 4 nel mondo potrebbero essere prevenuti con scelte sane. Ma anche lottando contro l’inquinamento molti casi di ictus potrebbero essere prevenuti, specie nei paesi in via di sviluppo. Anzi per la prima volta smog e inquinamento domestico sono riconosciuti come uno dei principali fattori di rischio a livello globale. Lo rivela uno studio mondiale pubblicato sulla rivista Lancet Neurology e condotto da Valery Feigin della Auckland University of Technology in Nuova Zelanda.
Un danno al cervello dovuto nella stragrande maggioranza dei casi all’occlusione di un vaso sanguigno che irrora il cranio (ictus ischemico), l’ictus colpisce ogni anno circa 15 milioni di persone nel mondo; di questi circa 6 milioni muoiono e circa 5 milioni restano con disabilità permanenti quali perdita della vista o della capacità di parlare, paralisi. Gli esperti hanno tracciato la mappa dei fattori di rischio più importanti per l’ictus e stimato il loro impatto in termini di anni di vita trascorsi con disabilità post-ictus.
È emerso che a livello globale i dieci fattori di rischio con un impatto maggiore sono nell’ordine la pressione alta, un’alimentazione povera di frutta, sovrappeso e obesità, dieta troppo ricca di sodio, il fumo, dieta povera di verdure, inquinamento sia ambientale sia domestico (da biomasse), dieta povera di cereali integrali e glicemia elevata. Sempre a livello globale seguono in ordine di importanza la sedentarietà, problemi renali, consumo di alcolici. Se si guarda ai fattori di rischio per le diverse aree geografiche si vede che ad esempio in Europa occidentale la classifica dei fattori di rischio è dominata nell’ordine da pressione alta, sovrappeso e/o obesità, dieta povera di verdure, dieta povera di frutta, fumo.
Una scoperta sorprendente è che quasi un terzo (29,2%) della disabilità globale associata all’ictus può essere ricollegata all’inquinamento ambientale e domestico. (si va da un massimo del 33,7% nei paesi in via di sviluppo a un minimo del 10,2% delle nazioni ricche). Il fattore di rischio la cui preponderanza è aumentata di più dagli anni 90 ad oggi – importanza calcolata sempre in termini di anni vissuti con disabilità post-ictus ad esso correlati – è una dieta ricca di bevande zuccherate (dal 1990 al 2013 si calcola un aumento del 63,1% degli anni vissuti con disabilità da ictus collegabili alle bibite zuccherate). Il fattore di rischio che a livello globale ha perso importanza più di tutti, invece, è il fumo passivo (si calcola una riduzione del 31% degli anni vissuti con disabilità da ictus dovuti a questo fattore).
“Una scoperta sorprendente di questo studio è l’enorme impatto in termini di anni di disabilità da ictus attribuibile all’inquinamento, specie nei paesi in via di sviluppo – ribadisce Feigin- Fumo, dieta scorretta e sedentarietà sono invece alcuni dei principali fattori di rischio a livello globale, suggerendo che l’ictus è una malattia in buona parte causata da stili di vita scorretti. Controllandoli si possono prevenire, quindi, circa i tre quarti degli ictus a livello globale”, conclude.
COLESTEROLO e TRIGLICERIDI teniamoli sotto controllo
Colesterolo: quali la dieta e gli alimenti consigliati per tenerlo sotto controllo?
E’ da considerare che i valori ottimali previsti sono quelli che non superano i 200 mg/dl. Tuttavia, se non si va oltre i 240 mg/dl, la situazione potrebbe essere ancora tollerabile. Al di là di questo limite si vanno innescare meccanismi patologici, che riguardano soprattutto i rischi che si corrono per quanto riguarda l’apparato cardiovascolare. Ecco perché è importante stare attenti a cosa si mangia: i grassi nel sangue aumentano proprio in base a ciò che decidiamo di far rientrare nella nostra alimentazione. Si dovrebbe fare in modo che non aumentino i valori del colesterolo LDL, quello “cattivo” (spesso associato ai trigliceridi), che, a differenza di quelloHDL o “buono”, può veramente mettere in pericolo la nostra salute.
La dieta
La dieta contro il colesterolo può essere corretta, se si limita il consumo di zuccheri semplici, di grassi saturi, evitando prodotti industriali, cereali raffinati, le bevande zuccherate e i cibi da fast food. Allo stesso modo non si deve eccedere nel consumare la carne, gli insaccati e i formaggistagionati. Come condimento principale si dovrebbe utilizzare esclusivamente l’olio extravergine d’oliva. Una strategia importante sarebbe quella di affidarsi ai prodotti biologici che, tra i tanti vantaggi che presentano, hanno anche quello di badare al controllo del colesterolo. Proprio gli alimenti biologici, infatti, non presentano grassi idrogenati e in genere hanno un contenuto elevato di omega 3.
Gli alimenti
Possono essere consigliati alcuni alimenti contro il colesterolo alto
In particolare, fra questi, vanno ricordati i cereali integrali, perché essi contengono molte sostanze che agiscono proprio contro i grassi nel sangue. Il cereale per eccellenza da questo punto di vista è l’avena, ma importanti benefici sono anche quelli apportati dall’orzo, dal grano saraceno, dalla quinoa e dall’amaranto. I cereali, i legumi e gli olii di semi sono ideali per far abbassare il colesterolo. Importante è rivolgersi anche al consumo di frutta secca, specialmente delle noci, che sono consigliate per il loro contenuto di grassi omega 3, in grado di prevenire le patologie cardiovascolari.
Fra la frutta e la verdura bisognerebbe mangiare soprattutto quelle che apportano fibre solubili, come le mele, le pere, il ribes, le banane e ilmirtillo, che è un vero toccasana per tenere sotto controllo il colesterolo. Da non dimenticare il pesce, soprattutto quello azzurro, anch’esso ricco di omega 3. Da prendere in considerazione tutti quegli alimenti vegetali ricchi di fitosteroli, come i germi di grano, i semi, soprattutto quelli di sesamo. Ci sono alcuni miti da sfatare, sempre riguardo ai cibi anticolesterolo. In particolare è falso ritenere che il latte intero abbia un elevato contenuto di colesterolo, perché un bicchiere ne contiene all’incirca 10 mg, che è una quantità molto ridotta rispetto a quella che, per esempio, si può trovare nella carne.
Come abbassare i trigliceridi con i rimedi naturali e cosa mangiare
Alcune erbe e alcuni rimedi naturali possono essere importanti per ridurre il livello dei trigliceridi nel sangue. Fra questi il prugnolo è una pianta molto utile, perché agisce anche sul livello di colesterolo totale. Basta assumerne le gemme alla 1 DH: 50-100 gocce una volta al giorno. Anche le gemme di rosmarino sono importanti per contrastare l’eccesso di grassi. Hanno il pregio di riattivare il fegato, le vie biliari e di accelerare il metabolismo. Si può utilizzare il macerato glicerico, da assumere una volta al giorno prima di pranzo.
Fondamentale anche l’azione svolta dal gemmoderivato di olivo, che si ottiene attraverso la macerazione delle gemme in una soluzione idroalcolica. Questa sostanza agisce sul metabolismo lipidico, se se ne assumo circa 50 gocce due volte al giorno 15 minuti prima dei pasti principali.
Contro i trigliceridi alti sono utili tutte quelle erbe amare ricche difitosteroli, che aiutano a riequilibrare la secrezione del colesterolo e sono dei componenti essenziali delle membrane cellulari dei vegetali. Questi principi attivi riescono a trattenere i grassi nell’intestino, impedendo che vengano assorbiti; poi ne favoriscono l’espulsione attraverso le feci.
Tra le piante più ricche di fitosteroli ci sono l’iperico e l’ortica. I principi attivi di queste erbe possono essere assunti in forma liquida o in compresse. Quando l’eccesso di trigliceridi si accompagna ad una situazione di stanchezza, si rivela utile la withania. In particolare, invece, l’iperico può essere importante quando i trigliceridi alti sono associati a situazioni di stress e tensioni. L’ortica è utile nel caso in cui l’aumento dei grassi nel sangue vada di pari passo con i disturbi circolatori e con la ritenzione idrica.
Si possono trarre benefici anche dal cardo mariano.
Si utilizzano i semi, che vengono versati in una tazza d’acqua. Si cuoce il tutto fino all’ebollizione e il liquido viene lasciato in infusione per circa 10 minuti. Poi si filtra e si beve due volte al giorno a digiuno. Un altro rimedio è costituito dal carciofo, che contiene acidi fenolici e flavonoidi, che svolgono un’attività ipocolesterolemizzante. Basta utilizzarne un cucchiaino di foglie essiccate insieme a mezzo litro di acqua bollente, per ottenere un infuso da bere 3-4 volte al giorno.
Anche il tarassaco, dalle molte proprietà e dai tanti benefici, aiuta a depurare il fegato e andrebbe assunto sotto forma di infuso: un cucchiaio di piante essiccate in 200 ml di acqua, da bollire per 5 minuti. Si lascia in infusione per un quarto d’ora e se ne consumano 2 o 3 tazze al giorno, specialmente prima dei pasti.
Come abbassare i trigliceridi con l’alimentazione
Per abbassare velocemente i trigliceridi è importante curare l’alimentazione, portando avanti una dieta sana ed equilibrata. Per questo è fondamentale evitare gli alimenti ad alto contenuto di grassi, come la margarina, lo strutto, il burro, il latte intero, i formaggi stagionati, la carne e i salumi. Bisognerebbe abolire il consumo di alcolici, perché l’alcool è ricco di zuccheri e calorie, e limitare il consumo di zucchero bianco, che andrebbe sostituito con i dolcificanti naturali.
E’ meglio non consumare i cereali raffinati, ma quelli integrali, che sono ricchi di fibre e quindi benefici per il nostro organismo. Potrebbe essere una scelta giusta il consumo dei cibi che contengono elevati livelli di acidi grassi omega 3. Questi ultimi, infatti, secondo ciò che hanno dimostrato alcune ricerche scientifiche, sarebbero in grado di ridurre in modo significativo i livelli dei trigliceridi nel sangue. Abbondano di omega 3alcuni pesci, come il merluzzo, il salmone, il tonno e le aringhe. Gli omega 3 si trovano anche nell’olio di pesce.
Un’altra strategia importante consiste nell’incrementare il consumo difrutta, verdura e legumi, che sono in grado di regolarizzare l’attività dell’intestino. In particolare bisogna scegliere quei vegetali ricchi divitamina C, come gli agrumi e le verdure a foglia verde, perché questa vitamina, avendo una forte azione antiossidante, contrasta la formazione dei grassi.
Tutti i cibi magri aiutano a combattere i trigliceridi e non bisogna mai dimenticare di non esagerare nelle porzioni e di mangiare poco e spesso, piuttosto che abbuffarsi durante i pasti principali.
Mantieniti informato su www.nordicwalkingpassion.it Maestro SINW Giulio Piccinini 339 5652848
Diabete: 7 cose che (forse) non sapevi
- Il diabete è una malattia in costante aumento, non solo nei paesi industrializzati, ma anche in quelli sottosviluppati. Attualmente circa 350 milioni di persone in tutto il mondo convivono con questa patologia, che solo in Italia interessa il 4,9% della popolazione. Fortunatamente, il diabete è anche uno dei problemi più studiati, per il quale la ricerca ha fatto notevoli passi in avanti.
Infatti, non mancano le novità come i nuovi farmaci, le sperimentazioni di vaccini e lo studio di terapie chirurgiche, come il trapianto di pancreas.
DIABETE TIPO 1 Si verifica quando l’organismo, per la precisione il pancreas, non riesce a produrre l’insulina a causa della distruzione delle cellule beta (cellule pancreatiche produttrici dell’ormone suddetto). È la forma di diabete meno comune e viene quasi sempre diagnosticato nell’infanzia.
DIABETE TIPO 2 Si verifica quando il pancreas non riesce a far fronte all’aumentata richiesta di insulina da parte dell’organismo causata dalla resistenza insulinica.
INSULINA Ormone prodotto dal pancreas, che permette allo zucchero di entrare nelle cellule per nutrirle. Il diabete nasce quando lo zucchero non riesce a passare nelle cellule, ristagnando in quantità nel sangue. Si è già nella condizione della glicemia alta.
RESISTENZA INSULINICA Vuol dire che le cellule fanno fatica a trasformare lo zucchero in energia, quindi quantità maggiori dei zucchero rimangono nel sangue.
La Nordic Walking Passion ringrazia la gentile collaborazione del Prof. Claudio Borghi, Professore di Medicina Interno presso l’Università di Bologna, Ospedale Sant’Orsola-Malpighi.
I TRUCCHI PER ABBASSARE L’INDICE GLICEMICO È utile per un diabetico imparare a distinguere gli alimenti in base all’indice glicemico (leggi: l’indice glicemico dei cibi). Questo parametro indica quanto velocemente il glucosio presente nei cibi viene assorbito dal sangue. «Quando mangiamo un alimento ricco di carboidrati, i livelli di glucosio nel circolo sanguigno aumentano progressivamente, man mano che gli amidi e gli zuccheri vengono digeriti e assimilati», spiega Giorda. «La velocità di questi processi cambia a seconda dell’alimento e del tipo di nutrienti che contiene, dalla quantità di fibra presente e dalla composizione degli altri cibi già presenti nello stomaco e nell’intestino». L’indice glicemico riguarda, dunque, soprattutto i cibi ad alto contenuto di carboidrati, mentre quelli ricchi di grasso o di proteine non hanno un effetto immediato sui livelli di zucchero nel sangue (glicemia), ma ne determinano un tardivo incremento prolungato. L’indice glicemico è influenzato dalla composizione degli alimenti, ma anche dai metodi di cottura. «Tendono a ridurlo, per esempio, la parziale bollitura (gli spaghetti al dente e non scotti si confermano buoni in ogni senso) o il raffreddamento degli alimenti cucinati, come
le patate bollite (leggi: patate? Meglio bollite e fredde)», aggiunge Ferrari. «Anche la presenza di cibi con fibre solubili, capaci di assorbire elevate quantità di acqua, formando nell’intestino una sorta di gel, aiuta ad abbassare l’indice glicemico». Ma cosa succede, invece, se si abbonda con i cibi ad alto indice glicemico? «L’aumento rapido dei livelli di glicemia nel sangue provoca la secrezione da parte del pancreas di grandi quantità d’insulina», continua Ferrari. «E l’insulina causa un rapido utilizzo del glucosio da parte dei tessuti, così che dopo due-tre ore dal pasto si determina un’ipoglicemia, con conseguente sensazione di fame e di un certo malessere. Se si ingeriscono altri carboidrati per fronteggiare la fame, si stimola una nuova secrezione di insulina e si entra in un circolo vizioso». Non è l’unico pericolo. «Spesso il corpo non usa tutto il glucosio, che così viene trasformato in tessuto adiposo», continua Ferrari. «Le riserve di grasso non utilizzate si accumulano e generano sovrappeso». Non tutti gli studiosi, però, valutano allo stesso modo l’utilità dell’indice glicemico. «L’American diabetes association (Ada) ne ha addirittura messo in dubbio l’utilità clinica, raccomandando di rivolgere più l’attenzione sulla quantità di alimento che sulla fonte dei carboidrati», precisa Giorda.
Dott. Paolo Arbino di OK Salute e Benessere
Cerchiamo sempre di essere attenti e aggiornati sulle ultime novità in campo Sportivo e Medico, per questo ti consigliamo di mantenerti informato su www.nordicwalkingpassion.it – Maestro SINW / Maestro FIDAL = Giulio Piccinini 339 5652848
RIFLESSOLOGIA DEL PIEDE = come e cosa fare.
La NORDIC WALKING PASSION sempre attenta nella ricerca dei Benefici per la Salute, Consiglia di leggere attentamente le applicazioni sotto riportate nella Riflessologia Plantare.
Ricordiamo che tutti i benefici sotto riportati si ottengono nello stesso modo utilizzando una tecnica specifica nella Camminata Sportiva e nel Nordic Walking.
E’ un metodo efficace e naturale che aiuta le persone a riequilibrare e mantenere uno stato di buona salute, attraverso la pratica di un… massaggio che trova applicazione sulle zone dei piedi dove hanno sede i “punti” di corrispondenza con le altre parti del corpo. Ottimo per riportare in equilibrio la circolazione sanguigna e linfatica e produrre uno stato di rilassamento psicofisico dove la persona può risanare anche le cause profonde dello squilibrio fisico o della malattia.
La riflessologia è una tecnica olistica basata sull’esperienza che si ricollega a tutti quei sistemi di cura che usano la stimolazione di alcuni punti (agopuntura, auricoloterapia, shiatsu). Il principio comune a tutte queste tecniche è che le zone o punti di riflesso sono collegati agli organi attraverso canali detti meridiani dove scorre l’energia vitale necessaria al nostro sistema (non soltanto il corpo fisico, ma anche le emozioni e la qualità del pensiero) per restare in equilibrio. La stimolazione di queste zone aiuta a mantenere sgombri i meridiani in modo che non si formino accumuli o vuoti energetici che portano allo squilibrio e alla malattia. Inoltre anche in presenza di malattie conclamate è di supporto alle terapie farmacologiche rafforzandone gli effetti e riducendone efficacemente gli effetti indesiderati attraverso lo scarico delle tossine
QUANDO È CONSIGLIATA LA RIFLESSOLOGIA PLANTARE?
E’ una pratica consigliata per un numero elevato di disturbi in quanto mette a disposizione energie che se non stimolate rimarrebbero inutilizzate. In tutte quelle situazioni che prevedono l’uso di analgesici: cefalee, dolori mestruali, nevralgie (sono efficacemente alleviati i fastidi e viene limitato o addirittura evitato il ricorso ai farmaci). Trovano grande giovamento i casi di stipsi, colon irritabile, prolasso del retto. Le patologie infiammatorie dell’apparato urinario.
E’ utilissima nel trattamento dell’ansia e delle tensioni nervose, per facilitare il sonno e migliorarne la qualità. Prima e dopo un intervento di rimozione di calcoli renali si consiglia di intervenire sulle zone riflesse per ridurre il rischio di complicazioni ed accelerare il processo di guarigione. Naturalmente anche in assenza di malattia il sottoporsi ad un trattamento riflessogeno ci aiuta ad entrare in contatto con la parte energetica del nostro sistema e con l’aiuto dell’operatore, a “ vedere noi stessi”da un punto di vista psicosomatico, comprendendo meglio comportamenti ed emozioni che ci “bloccano”e che, se trattati con attenzione, portano miglioramenti nella vita quotidiana e di relazione, prevenendo così eventuali malesseri; In questo senso potremmo dire che se è vero che ci si ammala per via psico\somatica è altrettanto vero che si migliora la salute del proprio sistema per via somato\psichica.
PERCHE’ I PIEDI SONO COSI’ SENSIBILI?
L’anatomia ci insegna che ogni centimetro della nostra pelle è collegato al cervello tramite una rete di terminazioni nervose che inviano ininterrottamente impulsi elettrici.
Secondo la riflessologia nei piedi e nelle mani in particolare hanno sede alcuni punti che corrispondono ai diversi organi del corpo e sono inoltre le parti del corpo più ricche di terminazioni nervose, mentre infatti le dimensioni delle mani e dei piedi sono molto piccole rispetto al totale del corpo, le terminazioni coprono un terzo delle aree del cervello collegate ad essi.
Per questo in riflessologia i piedi e le mani possono essere pensati come vere e proprie mappe.
Se prendiamo in mano un piede e lo giriamo possiamo riconoscere la forma di una persona seduta con la testa, le curve della lordosi e della cifosi, il petto, il dorso e il bacino. Possiamo dire che la riflessologia è la proiezione completa di tutto il corpo solo su una parte di esso.
Grazie alla mia lunga e personale esperienza posso dire che tenere in mano il piede di una persona è come toccare la sua anima, per questo occorrono tutta la sensibilità, l’attenzione, il rispetto e l’amore che ho per la mia professione. Professione che mi permette di continuare a fare esperienza di quanto l’approccio olistico sia utile per ristabilire la salute ma anche per mantenere ed ampliare il benessere generale della persona.
CENNI SULLE ORIGINI DELLA RIFLESSOLOGIA
Già nella seconda metà del 1500 viene descritto un metodo di cura che può essere identificato con la riflessologia, da due medici, Adamus e A’Tathis, che vivevano nell’Europa centrale e probabilmente avevano accesso ad informazioni di medicina cinese (è interessante infatti la coincidenza di molti punti riflessi con i punti dei meridiani dell’agopuntura).
Nel 1984 Pehr Henrik Ling scoprì che i dolori di determinati organi si riflettevano in zone della pelle molto distanti da essi. Ai primi del novecento il Dott. H.Bressler a Vienna lavorava alla teoria per cui esercitando forti pressioni su certi punti del corpo si poteva evitare il ricorso alla cocaina (che al tempo era utilizzata come anestetico).
Alcuni studi americani la trasformarono poi nella famosa “terapia zonale” e finalmente dalla collaborazione del dottor W.Fitzgerald con una massaggiatrice americana, Beatrice Ingham che localizzò i punti riflessi sul piede, nasce la riflessologia come la conosciamo ora.
Da allora la ricerca ha stabilito anche la capacità di questo metodo di stimolare meccanismi di
auto-guarigione nell’organismo e di intervenire sulle cause profonde degli squilibri.
Articolo redatto dalla D.ssa MARZIA FRANCIA Operatrice del Benessere esperta in Riflessologia Plantare